Beppe Grillo torna ad attaccare il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il suo governo. In un post, comparso sul suo blog, sulla scia del Prima vennero, attribuito al pastore tedesco Martin Niemöller, il comico genovese si scaglia contro quanto fatto dal “Sindaco d’Italia” in questo suo primo anno a Palazzo Chigi.
“Prima vennero…”
Sottolineando ironicamente con un climax ascendente la soddisfazione del popolo italiano, contento per la “ventata d’aria nuova” portata dalle riforme in cantiere, felice per l’abolizione del Senato elettivo, esultante per il “decisionismo del Governo” che ha annullato “il Parlamento a botte di decreti”, deliziato perché “poi vennero a prendere gli extracomunitari” che “rubavano il lavoro agli italiani (anche se di lavoro non ce n’era più)”, Grillo non risparmia stoccate all’esecutivo.
“E tutti vissero infine miserabili e contenti”, commenta nell’ultimo verso il comico genovese, dopo aver delineato un quadro per niente roseo, in cui, a suo dire, di reazioni ce ne sono state ben poche. “L’articolo 18 in cambio di investimenti era un baratto che non si poteva rifiutare”, scrive Grillo parlando dei decreti dove “venivano annullati i diritti dei lavoratori”. “Capimmo che eravamo una nazione di bamboccioni” di fronte alla più alta disoccupazione d’Europa. Ancora, “Ce le meritavamo in quanto evasori”, scrive riferendosi all’elevata tassazione, la più alta di tutto il Vecchio continente.
Infine, Grillo punta il dito contro l’esecutivo per aver demonizzato e spolpato attraverso “un esercizio renziano già sperimentato con successo” le tre categorie più costose di spesa pubblica, cioè le pensioni, la sanità e il pubblico impego. Non è piaciuto, infatti, al comico genovese l’innalzamento dell’età pensionabile “fino a 70, poi 75, poi 80 anni”, così come i tagli lineari che hanno imposto la chiusura degli ospedali e il licenziamento in massa dei dipendenti pubblici “additati come lazzaroni con una preventiva campagna d’odio che li contrapponeva ai privati”.
“Schiavi moderni”
Tutto questo Grillo lo dice per arrivare ad una specifica conclusione: “o si riduce il debito uscendo dall’euro o si taglia tutto il tagliabile col machete”. “Le entrate dello Stato (bilancio 2011) corrispondono a 450 miliardi tra imposte dirette (237) e indirette (174)”, sostiene il guru del Movimento Cinque Stelle, ribadendo che “senza gli interessi sul debito pubblico pari a circa 100 miliardi, lo Stato produce un avanzo attivo”. “Più aumenta il debito”, prosegue Grillo, “più vengono erose le spese correnti”.
Al contrario, secondo il comico genovese, la gestione di Renzi è improntata in un’altra direzione. “La politica del burattino Renzie, che oltre a mantenere le promesse fatte a Bruxelles è tenuto per le palle da Berlusconi senza il quale il suo governo non durerebbe una settimana, è quella di garantire i creditori”, scrive Grillo, che accusa il segretario del Pd di trasformare “gli italiani in schiavi moderni” attraverso “l’azzeramento dei diritti dei lavoratori e delle garanzie sociali”.