Legge elettorale, ieri il ritorno in aula dopo la pausa per le festività.
Il Senato ha respinto le pregiudiziali presentate da Sel e M5S. Mentre la Lega Nord ha ritirato la propria questione sospensiva, anche Forza Italia aveva annunciato voto contrario alle pregiudiziali.
Il dibattito dunque è stato riaperto. Ieri la discussione generale in aula. Renzi punta a chiudere la partita prima dell’elezione del Capo dello Stato: entro la fine di gennaio. Ieri stesso ha incontrato, insieme al ministro delle Riforme Marie Elena Boschi, il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda e il presidente della Commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro.
Intanto la Boschi, nel corso della discussione di ieri, rispondendo a Roberto Calderoli, ha confermato che l’esecutivo è favorevole ad una clausola di salvaguardia all’Italicum affinché entri in vigore dal 2016. La sospensione di cinque giorni richiesta dal senatore leghista puntava a ritornare in aula con un testo che avesse al suo interno ben chiari i punti riguardanti le liste bloccate e l’iter delle riforme costituzionali. Una apertura, quella del Governo, che potrebbe assumere agli occhi di molti le sembianze di una vittoria per opposizioni e sinistra Pd ma in realtà Renzi e la sua squadra hanno sempre lasciato via libera al Parlamento.
L’obiettivo principale del governo è arrivare all’immediata approvazione dell’Italicum, come ha chiarito il ministro Boschi: “Pur ritenendo che l’impegno del governo è arrivare al 2018, è importante e opportuno che vi sia subito una legge elettorale dopo il vuoto causato dalla sentenza della Consulta, ma con una sua efficacia che possa essere differita a una data successiva, il 2016, coerentemente con il percorso della riforma costituzionale”.
Italicum poco gradito a minoranza Pd e Fi
Il testo è poco gradito alla minoranza Pd. Si teme che Renzi voglia andare al voto subito dopo la sua entrata in vigore. Ma risulta poco gradito anche a Forza Italia: il premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione con sembra convenire a Forza Italia i cui consensi sono oggi stimati intorno al 13%. L’appoggio dell’ex Cavaliere all’Italicum è venuto meno dopo il tramontare definitivo del presunto scambio di favori con Renzi: il cosiddetto Salva Berlusconi non farà parte del testo definitivo del decreto sul fisco. La mancanza del voto favorevole dei parlamentari azzurri, anche se non fondamentale, potrebbe minare l’approvazione della legge elettorale: l’ombra dell’ostruzionismo delle opposizioni e le altre insidie in vista quasi obbligano Renzi a cercare il dialogo con Berlusconi. L’ex Cavaliere lo sa e paziente attende.
La posizione di Forza Italia
Intanto da Forza Italia, Brunetta precisa la posizione di Forza Italia sull’Italicum: “Noi siamo contrari al premio di maggioranza dato alla lista che è un’innovazione voluta dal solo Renzi”. E inoltre avverte: “Chiediamo quindi al governo di ritirare questo testo al Senato perché noi non lo voteremo. E se non lo votiamo salta il patto del Nazareno”. Una posizione che trova conferma nelle parole pronunciate dal consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti: “La nostra posizione è molto chiara: l’Italicum nell’impianto complessivo va bene ma non voteremo l’articolo che prevede il premio di coalizione alla lista, voteremo, com’è nostra convinzione, il premio di coalizione alla maggioranza, perché come sempre in Parlamento decide la maggioranza”. Ma sul patto del Nazareno ha ammesso: “Secondo me il patto del Nazareno deve reggere a questa bufera assolutamente. Per quanto ci riguarda sì, perché è un patto che abbiamo sottoscritto con i nostri elettori e con il paese per cambiare le regole della nostra democrazia”.
Calderoli avverte Fi: “Tra Berlusconi e Lega ruoli invertiti”
Forza Italia deve però fare i conti con il monito lanciato dal senatore leghista Roberto Calderoli: “A noi votare subito converrebbe. E difatti non è che tornare alle urne prima del 2016 sarà vietato. Solo che, nel caso ci si tornasse, si voterebbe con il sistema proporzionale, cioè quello da noi preferito”. Aggiunge: “A me sta benissimo un premio alla lista che ci consenta di correre da soli”. Ed il conseguente: “Berlusconi deve prendere atto che tra lui e la Lega si sono invertiti i ruoli”. Calderoli ha inoltre escluso la possibilità che Renzi possa cambiare gli scenari con un decreto legge ad hoc: “Per varare un decreto serve un Capo dello Stato che lo firmi. E un Presidente della Repubblica appena insediato che subisce una forzatura del genere, beh, io proprio non riesco a immaginarlo”.
Il timore di un voto anticipato è forte anche in Forza Italia soprattutto nella fronda dissidente che fa capo a Raffaele Fitto. Un timore che potrebbe venir meno già la prossima settimana quando verrà presentata la norma transitoria contenente la clausola di salvaguardia.
Renzi conferma capilista bloccati
L’altro nodo da sciogliere è quello delle preferenze. La minoranza Pd si è da sempre detta contraria ai capilista bloccati. Renzi ha le idee chiare: “Cento collegi in cui ogni partito presenta un nome sul modello dei collegi uninominali, ma viene introdotta anche la possibilità di votare il proprio candidato con la preferenza. Alla fine due terzi dei parlamentari saranno eletti con le preferenze, un terzo con il sistema dei collegi”. Una conferma all’accordo raggiunto con Berlusconi che la sinistra Pd stenta a digerire. Il bersaniano Cesare Damiano ha dichiarato: “Per l’Italicum 100 collegi sono decisamente troppi ed il numero dei parlamentari eletti dai cittadini risulterebbe troppo esiguo rispetto a quelli nominati dai capi partito”.
Emendamenti Finocchiaro: Italicum 2.0
L’esecutivo punta ad incassare l’approvazione già raggiunta alla Camera anche al Senato sulle modifiche all’Italicum riproponendo le correzioni previste negli emendamenti Finocchiaro. Emendamenti che avevano definito l’Italiacum 2.0: premio di maggioranza alla lista, ballottaggio nazionale tra le prime due liste sotto il 40% e non più sotto il 37%, abbassamento delle soglie al 3% per tutti i partiti eliminando la distinzione tra quelli in coalizione e quelli che corrono da soli, e capilista bloccati con doppia preferenza di genere dal secondo in lista in poi. La Finocchiaro presenterà gli emendamenti all’aula la prossima settimana.
Si proverà a chiudere entro il 22-23 gennaio prima dell’incontro Renzi-Merkel. Da lì in poi l’esecutivo potrebbe avere la strada spianata nell’ultimo passaggio alla Camera vista la forte maggioranza di cui gode il Pd.