Strage Charlie Hebdo in Francia: dopo i fatti di ieri, l’11 Settembre d’Europa per alcuni, il vecchio continente si prepara a subire una nuova impennata di intolleranza e xenofobia. In Germania i movimenti anti-Islam finora hanno avuto un successo limitato. Infatti, tra i paesi dell’Ue, è quello che accoglie più rifugiati (si è distinta per l’accoglienza dimostrata nei confronti dei siriani che fuggivano dalla sanguinosa guerra civile). I fatti di Parigi potrebbero radicalmente cambiare la situazione.
Il flop di Pegida
Pegida sta per “Patriotische Europaer gegen die Islamisierung des Abendlandes”, ovvero “movimento patriottico di lotta contro l’islamizzazione dell’Europa occidentale”. È stato fondato nell’ottobre scorso da Lutz Bachmann, fotografo 41enne con alle spalle condanne per furto e traffico di droga. Il movimento si è anche dotato di un manifesto programmatico articolato in 19 punti: sostanzialmente in esso si invita il popolo tedesco a mettere da parte le divisioni e a preservare l’identità “cristiana” del paese.
Sin dalla fondazione Pegida organizza una manifestazione ogni lunedì. Il picco massimo di partecipazione è stato raggiunto il 22 Dicembre quando a Dresda, città dove il movimento ha preso corpo, sono scese in piazza 17mila persone. D’altro canto l’ultima manifestazione di Pegida, tenutasi a Berlino il 6 Gennaio, ha completamente ridimensionato le ambizioni del movimento.
Solo poche centinaia di seguaci hanno mostrato il loro appoggio e, allo stesso tempo, hanno incontrato maggiore successo le contro-manifestazioni organizzate in altre città. Per protestare contro gli “estremisti” il Duomo di Colonia ha spento le luci. Nello stesso modo simbolico hanno reagito agli stabilimenti di Dresda della Volkswagen. Al buio anche la Porta di Brandeburgo.
Il movimento “cristiano” ha dovuto incassare le aspre critiche di Angela Merkel. Inoltre ex cancellieri come Helmut Schmidt e Gerard Schroeder e tantissime altre personalità tedesche (sportivi, attori oltre che appartenenti al mondo politico e delle istituzioni) hanno firmato una petizione promossa dalla rivista Bild per dire “no a Pegida”. Anche la Conferenza Episcopale tedesca e la Chiesa Evangelica hanno condannato l’uso dell’etichetta “cristiano” da parte dei militanti del movimento.
Dopo Charlie
Con la strage di Parigi è stato fornito un tragico assist alla xenofobia e all’intolleranza diffusa nel continente. Pegida non dovrebbe fare eccezione in questo senso: la morte dei giornalisti di Charlie Hebdo potrebbe essere usata per ottenere consensi insperati fino a ieri.
Sulla pagina Facebook del movimento, in un post che sostanzialmente recita il mantra del “vi avevamo avvertiti”, oggi si può leggere: “e se adesso toccasse alla Germania?”.
Un sondaggio condotto dalla rivista Stern la scorsa settimana, su un campione di 1000 persone, ha rilevato che un tedesco su 8 andrebbe a una manifestazione anti-Pegida se avvenisse vicino casa sua. Tuttavia, secondo l’ultima rilevazione dell’istituto demoscopico Forsa il 29% dei tedeschi intervistati giustifica l’attività di Pegida. Anche se due su tre considerano esagerata la preoccupazione per l’islamizzazione della Germania, il dato è preoccupante. Ad oggi, sembra destinato ad aumentare.