Charlie Hebdo, Bitonci: “Via da Padova i musulmani che non si dissociano”
E’ duro ma incisivo il commento che ha postato su Facebook il sindaco di Padova Massimo Bitonci (Lega Nord) in riferimento all’attentato, avvenuto ieri, al settimanale parigino Charlie Hebdo. “A Padova non c’è posto per chi tace, per convenienza o collusione, di fronte ad una strage come quella di oggi; l’intervento di mandar via i musulmani che non condannano la strage è necessario per difendere i valori cristiani del rispetto della vita umana, della fratellanza e della pace”.
Ecco per intero il suo post scritto ieri alle 14.32: “La tragedia ripugnante di Parigi mi interpella come uomo e come amministratore di una città europea, profondamente radicata nei valori cristiani del rispetto della vita umana, della fratellanza e della pace . Per difendere questi valori, che nobilitano la nostra comunità e sono punto di riferimento per il suo sviluppo futuro, dobbiamo combattere insieme, senza timori e senza esitazioni. Lancio un appello ai rappresentanti di tutti i gruppi musulmani della città: condannino l’attentato e i propositi dei terroristi o se ne vadano. A Padova non c’è posto per chi tace, per convenienza o collusione, di fronte ad una strage come quella di oggi. Se Dio è amore, come ci ha ricordato Benedetto XVI in una sua enciclica, l’odio e la violenza provengono dal maligno e non hanno alcuna giustificazione”.
Una condanna ancora più dura è arrivata dal capogruppo della lista Bitonci in consiglio comunale, Alain Luciani. In un post sul proprio profilo Facebook, Luciani ha proposto di “vietare l’Islam”, spiegando che “Hitler, Mussolini e Maometto sono la stessa cosa“. Dopo le polemiche che sono seguite, il politico padovano ha corretto il tiro, spiegando che la sua proposta era semplicemente quella di “vietare un Islam che non condanna la violenza e crede di poter uccidere in nome di Dio.”
L’Assessore Marina Buffoni ha invece inviato gli agenti della polizia municipale di Padova a confiscare manifesti e immagini con donne in burqa in alcuni luoghi di ritrovo degli islamici padovani, in quanto il contenuto di tali immagini è “equivoco e sprezzante dei principi di vera integrazione, soprattutto per quanto riguarda la condizione femminile” .
“La vera integrazione” ha spiegato Buffoni “passa non solo per il rispetto della legge italiana, ma anche per gli usi e costumi della nostra tradizione. Il burqa è un simbolo di asservimento e di sottomissione della donna e non sarà mai il benvenuto nella Città di Padova.”