In mattinata, presso il Cinema Adriano di Roma, si è svolto un dibattito che ha avuto come protagonisti i giovani di “Sveglia il Centrodestra“, che ha riunito intorno a un tavolo Flavio Tosi, Giorgia Meloni, Raffaele Fitto e Adolfo Urso per un evento, sostenuto fortemente dalla Fondazione Farefuturo e da alcuni giovani imprenditori, che è la seconda tappa di una campagna nazionale per le primarie del centrodestra.
A margine dell’incontro si è parlato anche di Quirinale, ma la notizia del giorno più forte è stata il patto per le primarie siglato sul palco dai tre esponenti assieme con i giovani. “Non c’interessa tanto -hanno sottolineato i due promotori di Sveglia Centrodestra: Lorenzo Castellani e Giovanni Basini- la forma con cui la rifondazione possa avvenire ma il metodo con cui questa si concreterà. Le varie anime che nel centrodestra, da Fitto alla Meloni da Tosi a Salvini, si sono dichiarate a favore delle primarie, secondo noi devono porre questo come vincolo per stare nell’alleanza. Che poi questa diventi un nuovo partito, una federazione o una semplice coalizione lo si vedrà nei mesi avvenire, ma l’importante è imporre un metodo, garantire la partecipazione, permettere ad un nuova classe dirigente di emergere superando lo status quo e lo spezzettamento partitico.”
Prima di prendere parte all’incontro, Raffaele Fitto – considerato il “leader” della frangia di dissidenti interni a Forza Italia – ha ribadito il suo pensiero sulle primarie, anche alla luce dei recenti sviluppi nella corsa alla leadership forzista in Puglia: “Io sono per le primarie, non farle è sbagliato, ma sosterrò comunque i candidati scelti. Il mio sostegno non viene meno. Ho sempre sostenuto la necessità di primarie in tutte le Regioni: rinunciarci all’ultimo minuto per scegliere candidati nel chiuso di una stanza è un errore”, dice Fitto, aggiungendo: “ma se qualcuno si attende un’azione di disturbo da parte mia si sbaglia”.
Fitto si è detto rammaricato per l’esclusione dalla convention “Neve azzurra”, che si è svolta parallelamente a Roccaraso e che ha visto protagonisti i big di Forza Italia: “È stato un gravissimo errore del partito nazionale e regionale non avermi invitato alla manifestazione di Roccaraso. Qualcuno pensa di non farmi dire quel che voglio. Noi dobbiamo allargare la partecipazione, favorire il confronto e invece…”.
Poi, sul Quirinale: “Dobbiamo eleggere un Presidente che sia garante di tutti”. “Ipotizzare una sorta di ricatto rispetto ai tempi e ai modi di adozione di alcune norme è un errore”, ha sottolineato Fitto riferendosi alla decisione di Renzi di rinviare la discussione sulla delega fiscale a dopo l’elezione per il Colle. Come successore di Napolitano, il sindaco di Verona Flavio Tosi vedrebbe bene il collega torinese Piero Fassino: “È ovvio – aggiunge – che è un nome che faccio sapendo che il candidato non sarà espressione del centrodestra ma si dovrà scegliere tra nomi indicati dal centrosinistra”.
Sul capitolo Quirinale ha detto la sua anche Giorgia Meloni: “Al Quirinale non sogno un altro Napolitano. Spero si possa dare un segnale di discontinuità. Non sono d’accordo con un candidato del Partito Popolare Europeo, serve una persona autorevole, capace di battere i pugni in Europa e non farsi sottomettere”, ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia-An.
Nel corso del dibattito, Giorgia Meloni ha affermato di non essere interessata a una “destra che voglia sopravvivere o voglia farsi tirare qualche avanzo dal Governo, ma a una destra che voglia tornare a vincere”, per non morire renziani. L’iniziativa “Sveglia il centrodestra”, secondo l’ex ministro della gioventù, non va vista come una “Leopolda del centrodestra”. “Quella di oggi non è una risposta alle convention degli altri – ha spiegato Meloni – ma un’iniziativa realizzata da alcuni ragazzi e associazioni che si interrogano su un centrodestra dilaniato, in cui qualcuno governa con Renzi e qualcuno sta all’opposizione, e cercano di capire se ci sono i margini per ricostruire un’alternativa”. Un’alternativa che però non può più essere incarnata dal Cavaliere: “Berlusconi si rende conto da solo di non poter essere competitivo contro un premier quarantenne”, ha detto la Meloni.
“Il Patto del Nazareno è la negazione di tutto quello che il centrodestra e Berlusconi hanno rappresentato in questi anni, è rinunciare a quello che si è costruito e a lasciare un segno del proprio passaggio. Se si vuole ricostruire con queste persone – ha aggiunto Giorgia Meloni – io penso che si debba denunciare il patto del Nazareno, uscire dal Governo Renzi e costruire un’alternativa che possa effettivamente essere credibile. E non per il bene dei partiti – ha concluso – ma per quello degli italiani”.