Il fanatismo integralista vuole conquistare l’Europa con la minaccia terroristica, vuole generare quella paura che provoca reazioni estreme contrarie a tutti i valori di cui il essa è vessillo: democrazia, libertà, tolleranza, rule of law. Il fanatismo integralista vuole trascinarla in una guerra in cui essa, se vi prendesse parte, sconfesserebbe la propria storia migliore e la propria essenza.
Un editoriale pubblicato da Laurent Joffrin su Libération poche ore dopo l’attentato contro la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo diceva: “Les terroristes ne se sont pas attaqués aux «islamophobes». Ils ont visé Charlie. C’est-à-dire la tolérance, le refus du fanatisme, le défi au dogmatisme. Ils ont visé cette gauche ouverte, tolérante, laïque, trop gentille sans doute, «droit-de-l’hommiste», pacifique”. I terroristi, infatti, non hanno attaccato i sostenitori dello “scontro di civiltà”, loro nemico è l’apertura all’altro, al diverso: il fanatismo jihadista non tollera lo spirito critico e la capacità di integrare e assimilare senza annullare. E l’ideologia integralista trova terreno fertile e si rafforza proprio laddove l’inclusione ed il coinvolgimento del “diverso” falliscono.
Queste persone, e così le loro idee, rappresentano un cancro da estirpare, ma nel combatterli l’Europa non può rinnegare se stessa: un Continente impaurito, intollerante, ostile, nuovamente favorevole alla pena di morte, sarebbe la prima, la più importante vittoria per questi criminali. I governi, i parlamenti e, primi tra tutti, i cittadini europei non possono scendere a compromessi. Continuino ad esercitare quelle virtù di “laicità, tolleranza, rifiuto del fanatismo, sfida al dogmatismo” e lascino che Salvini e Le Pen vadano a combattere la loro guerra, da soli. Noi cittadini d’Europa siamo migliori di questi politicanti: dobbiamo restare all’altezza della tragedia scendendo, almeno col pensiero, nelle strade di Parigi per ricordare, a tutti, che l’Europa sarà la tomba del fanatismo.
Andrea Enrici