In questi giorni il mondo intero sta cercando di rialzarsi dopo gli spregevoli attacchi terroristici alla redazione di Charlie Hebdo e al supermercato ebraico, Hyper Cacher. Non c’è leader mondiale che condanni con fermezza i fatti di Parigi, messa a ferro e fuoco da un gruppetto ben organizzato di nemici della democrazia. Eppure c’è chi coglie l’occasione per lasciarsi andare a commenti folli, nonostante si stiano vivendo momenti di grande preoccupazione in ogni angolo del nostro pianeta.
POCO SANGUE – La notizia, che è di qualche giorno fa, è stata data dal Gazzettino ed ha subito creato un mare di reazioni di sdegno. Accade infatti che nella provincia italiana (quella di Rovigo per essere più precisi, ndr), un operaio marocchino e calciatore della Stientese, squadra militante nella Prima Categoria veneta, azzardi macabri paragoni tra gli attentati di Parigi e quello dell’11 settembre 2001. Secondo quanto scritto da Ait Mhand Hakim sul suo profilo facebook infatti, “a Parigi c’è stato poco sangue, nulla a che vedere con gli attentati di New York”. E ancora: “12 morti sono pochi, cari democratici dove eravate mentre Israele compiva stragi di bambini ed innocenti?”.
ALLONTANATO – Inutile dire quanto le parole del calciatore, da oltre un decennio nel nostro Paese, abbiano fatto gelare il sangue ad amici e conoscenti. “Perdonarlo? Non ci penso affatto, per me lui non esiste più, mi ha tradito, può trovarsi un’altra squadra”: è questa la reazione del presidente del club di Stienta, Eugenio Zanella, sospesa tra la rabbia e l’incredulità. Chi avrebbe mai pensato che il ragazzo, titolare inamovibile della regina del girone D di Prima Categoria del Veneto, scrivesse parole così cariche di odio? Intanto lui, accortosi tardivamente dell’inaudita gravità delle sue parole, ha goffamente cercato di aggiustare le cose, dichiarando la sua “abissale lontananza dalle posizioni dei terroristi, anche se nessuno ha mai parlato delle vittime dello stato ebraico”.