Se ancora non fossero noti i sentimenti degli esponenti del movimento 5 stelle nei confronti del dimissionario Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le dichiarazioni di Luigi di Maio, esponente di punta del movimento, raccolte oggi dal Giornale Radio Rai parlano chiaro: “Il giorno in cui si dimetterà Napolitano sarà il giorno in cui l’Italia si libererà del presidente della Repubblica che ha firmato la legge Fornero, che ha firmato i decreti leggi che hanno mandato 7 mld e mezzo di euro alle banche, di un presidente della Repubblica che di certo a noi del M5S non mancherà neanche un po’”
Per il vicepresidente della Camera, Giorgio Napolitano, oltre ad aver approvato leggi fortemente criticate dal movimento 5 stelle, come la riforma Fornero sul Lavoro, non sarebbe stato in grado di esercitare la propria influenza per quei provvedimenti che per i pentastellati avrebbero potuto portare un cambiamento per l’Italia: “Era il PdR che avrebbe avuto l’occasione di mandare un messaggio alle Camere per dire fate un reddito di cittadinanza che significa dare a 10 mln di poveri un reddito per 3 anni per formarli e reinserirli nel mondo del lavoro, ma neanche questo è stato fatto. E credo che questo dovrebbe essere il metro per decidere il nuovo PdR.”
Di Maio a proposito delle prossime elezioni presidenziali ripercorre gli avvenimenti dello scorso anno e ci tiene a rimarcare la distinzione del suo movimento rispetto agli altri partiti durante le concitate fasi che hanno portato all’elezione di Napolitano per il secondo mandato: “Noi abbiamo sempre detto che il presidente della Repubblica non si può decidere nelle segrete stanze come fecero per il Napolitano Bis, Berlusconi e Bersani due anni fa. Noi dobbiamo coinvolgere i cittadini.”
Di Maio continua il suo affondo nei confronti di Napolitano, accusandolo di aver agito in modo contrario rispetto ai suoi storici ideali politici e si augura che il nuovo eletto riesca a voltare pagina rispetto al passato: “Da questo punto di vista, questo che doveva essere un presidente comunista si è rivelato uno dei presidenti meno difensori dei lavoratori. Quello che verrà dovrà essere un presidente che abbia il coraggio di chiudere con il passato. Spero che ci sia un sussulto di orgoglio su questo tema però il PdR è quello che tiene le fila del Paese molto spesso e quindi spero che ai partiti non venga di nuovo la tentazione di mettere l’uomo lì che debba continuare a gestire le solite situazioni politiche alla vecchia maniera” per questo assicura la disponibilità del movimento 5 stelle a collaborare con le altre forze politiche se il nome del candidato al colle fosse in linea con gli ideali grillini: “Detto questo, se c’è un candidato presidente della Repubblica, un nome fuori da questo pantano politico, fuori dalle logiche del passato noi non possiamo che essere contenti di sostenerlo”