Si è detto e scritto ancora di più su Leo Messi e sulla sua intenzione di lasciare il Barcellona per i dissidi interni con Luis Enrique e con la società che ha cacciato Zubizarreta e Puyol, ma la pulce risponde a tono: prima incanta sul campo contro l’Atletico di Simeone, poi rilascia delle dichiarazioni chiare e semplici negli studi di Barca Tv.
L’immagine che è stata data al mondo del Messi degli ultimi giorni è di un fenomeno sull’orlo di una crisi da delirio di onnipotenza. Dopo aver saltato l’allenamento senza giustificarsi – la giustifica è arrivata dopo l’accaduto – Luis Enrique avrebbe chiesto alla società di multare la stella blaugrana; Messi, per tutta risposta avrebbe chiesto alla società l’esonero del tecnico. A tutto questo si erano aggiunte le voci sempre più insistenti riguardo ad un contatto fra il procuratore di Messi, suo padre, e Josè Mourinho. La stampa aveva dato per sicuro il trasferimento del fantasista argentino al Chelsea di Abramovich, ma Messi, con le sue stesse parole, nega tutto ciò che è accaduto.
“Sono stanco – si sfoga l’argentino -. In questi anni ho sentito di tutto sul mio conto. Che avevo pessimi rapporti con Guardiola, e con compagni come Ibrahimovic, Eto’o, Bojan. Che ho mandato via gente dal club. E in questa settimana di nuovo. Hanno detto che mio padre si è messo in contatto col Chelsea e che io voglio andar via, ai Blues o al Manchester City. E ancora, si è detto che io comando qui, che ho chiesto la testa di Luis Enrique. ono tutte bugie. Ci stanno tirando addosso un sacco di m… e la cosa strana è che tutto venga da Barcellona e non da Madrid come in altre occasioni. C’è gente che vuole danneggiare il club. Io non ho cacciato nessuno dal Barça, non ho nessun potere, sono solo un giocatore del Barcellona, niente di più. Non ho posto condizioni per rimanere qui perché sto bene e non ho alcuna intenzione di andarmene, né al Chelsea, né al City né da nessun’altra parte.”
I più complottisti fra gli esperti di calcio e sport hanno visto queste voci come un tentativo della stampa per screditare Messi di fronte alla giuria che ha dovuto votare per l’assegnazione del Pallone d’Oro FIFA: a nessuno piace un campione capriccioso.