Sondaggio elettorale Emg per Tg La7: PD al 36%, Lega e Forza Italia appaiate, ma è sempre l’astensione il “primo partito”
Ritorna dopo due settimane di stop per via delle festività natalizie il sondaggio elettorale Emg per il Tg La7 di Enrico Mentana: dai dati non emerge nessuno scossone particolare, ma i trend nelle intenzioni di voto con cui si era chiuso il 2014 sembrano riproporsi anche in questa prima rilevazione di gennaio.
Resta infatti elevato il dato relativo all’astensione, questa settimana al 44%, cui si aggiunge il 15,9% di indecisi, facendo sì che (comprese le schede bianche) attualmente il 62,2% dell’elettorato non esprima un’intenzione di voto per un partito.
Fra chi indica la propria preferenza per una lista il PD rimane stabilmente la prima forza, anche se prosegue il calo iniziato nelle ultime settimane del 2014, così che oggi il partito di Matteo Renzi si attesta al 36%. Pressoché invariato a sinistra il dato di SEL, ora al 3,1%, mentre nell’area di centrodestra Forza Italia risulta ancora in flessione fino al 14,3% ed è appaiata alla Lega Nord di Matteo Salvini, sempre in gran spolvero e protagonista di polemiche verbali negli ultimi giorni dopo gli attentati di Parigi. Stabili ancora NCD-UDC e Fratelli d’Italia, entrambi al 3,5%, mentre il Movimento 5 Stelle ha un lievissimo rimbalzo e raggiunge il 20,5%.
Secondo il sondaggio elettorale Emg, complessivamente il centrosinistra con il 40,6% mantiene il suo vantaggio di cinque punti percentuali sul centrodestra, ma dopo il recupero degli ultimi mesi trascinato dalla Lega Nord da parte dell’area politica guidata negli ultimi vent’anni da Silvio Berlusconi, sarà importante capire quali saranno le tendenze giù dalle prossime settimane.
Infine, guadando il dato della fiducia nei principali leader di partito, Matteo Renzi perde un altro punto percentuale ed ora non è più di un terzo dell’elettorato a fidarsi di lui, mentre anche “l’altro Matteo” (Salvini) non va oltre il 22% (-1% rispetto al 22 dicembre). L’unico segno “più”, anche poco significativo, è di Beppe Grillo, che dal 13% passa al 14%.