25 Aprile, Renzi: “In quel passato le radici dell’ottimismo”
“Ci sono ancora occhi che, oggi, possono testimoniare ciò che accadde ieri, sono occhi, volti, rughe e ombre di chi scampò alla strage di Sant’Anna di Stazzema. Occhi che hanno visto razzie, morte, devastazioni. Ma non si sono arresi alla violenza e hanno vissuto per costruire un futuro di libertà, non di vendetta”. Così esordisce il premier Matteo Renzi in un intervento sul 25 aprile pubblicato sull’Unità.
Un grazie ai ribelli di allora. Scorrono i loro nomi: Silvano, Eda, Giorgio, Liliana, Elia e tanti altri. Viva l’Italia libera #unamattina
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 25 Aprile 2014
Grazie a quel passato, scrive, “oggi possiamo immaginare il nostro futuro e immaginarlo con fiducia: l’ottimismo che deve accompagnarci non è dunque un auspicio, un io-speriamo-che-me-la-cavo ma è la certezza di poter contare su radici come queste”. “Penso, ancora, al fatto che un Paese in grado di rialzarsi da quelle macerie e ricostruirsi così è un Paese in grado di affrontare e superare tutto. Tutto. Il volto di oggi è stato pagato a caro prezzo ieri”.
25 Aprile, parole di Napolitano – Nel suo discorso in occasione del 25 aprile Napolitano ha parlato dei valori della Resistenza: “La Resistenza, l’impegno per riconquistare all’Italia libertà e indipendenza fu un grande moto civile ed ideale, ma soprattutto fu un popolo in armi, una mobilitazione coraggiosa di cittadini giovani e giovanissimi che si ribellavano allo straniero”. Napolitano ha anche fatto un cenno sulla spending review e sul capitolo delle spese per la Difesa sulle quali secondo l’opinione di Napolitano non bisogna “indulgere a decisioni sommarie che possono riflettere incomprensioni di fondo” per alimentare “vecchie e nuove pulsioni antimilitariste”.
Il presidente della Camera Laura Boldrini riferendosi ad un post pubblicato nei giorni scorsi da Beppe Grillo ha affermato: “La memoria non può essere offesa, come è successo nei giorni scorsi quando qualcuno ha giocato con i ricordi della Shoah. Vergogna. Questo, nell’Italia democratica non può essere consentito a nessuno”.