Jihad, dieci indagati dalla Procura di Roma per terrorismo
La Procura della Repubblica di Roma ha messo sotto inchiesta dieci persone, cittadini stranieri di religioni islamica, sospettati di appartenere a cellule del terrorismo jihadista operanti in Italia. Si indaga, in particolare, sul contenuto di alcune conversazioni via web e sugli accessi ai siti internet ritenuti più sospetti. Le indagini sono conseguenza dell’attività di monitoraggio di ambienti apparentemente sensibili ai proclami del fanatismo islamico.
Intanto a Milano si è svolto un vertice in procura, presenti i magistrati del Dipartimento dell’antiterrorismo, presieduto dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, il capo della Digos meneghina Bruno Megale, Giovanni Sozzo comandante del reparto anticrimine del Ros dei carabinieri di Milano, e tra gli altri i magistrati Paola Pirotta (anti terrorismo) e Francesco Cajani del pool reati informatici. Al centro dell’incontro il punto sulle recenti inchieste legate alla presenza di possibili nuovi gruppi jihadisti che vede indagati alcuni siriani e del caso della ragazza di Inzago che ha lasciato l’Italia per unirsi all’Is.
Come anticipato oggi dal Sole 24 Ore starebbe emergendo però l’esistenza di più cellule che si rifarebbero ai principi di “guerra santa” già ampiamente sanciti da Al Qaeda. Con cellule radicate a Roma e nel Lazio, in sinergia con altri gruppi sparsi soprattutto tra Lombardia e Piemonte, ma anche in Emilia Romagna. Stando alle ipotesi formulate dagli inquirenti, potrebbe profilarsi la violazione dell’articolo 270 del codice penale, che punisce con la reclusione chi costituisce o partecipa ad associazioni sovversive con finalità di terrorismo.