Al Jazeera ha reso noto che la branca di Al Qaeda nello Yemen ha rivendicato ufficialmente l’attentato alla sede della rivista satirica Charlie Hebdo.
Vendetta
Nasser Bin Ali al Ansi, leader dell’Aqap cioè l’Al Qaeda della penisola arabica, in un video di 11 minuti ha detto che l’attentato di Parigi è stato fatto per “vendicare il profeta”. Al Ansi ha, inoltre, precisato che la fazione qaedista con base nello Yemen ha scelto l’obiettivo, stabilito il piano e finanziato il commando che ha attaccato la sede della rivista Charlie Hebdo. La Francia appartiene al “partito di Satana”, ha detto Al-Ansi. Il leader dei jihadisti ha annunciato prossime azioni a Washington, New York e Londra.
In un altro video diffuso sabato Harith al Nadhari, anziano leader del ramo yemenita, aveva già fatto intendere le responsabilità dell’organizzazione in merito all’attentato. “Alcuni francesi non sono stati gentili con i profeti, per questo dei credenti, che amavano Allah e il suo profeta ed erano disposti al martirio, gli hanno insegnato come comportarsi, a essere gentili con i profeti, gli hanno insegnato che la libertà di espressione ha dei limiti” aveva detto Al Nadhari in quell’occasione.
Prima volta
L’Aqap ha ricevuto mandato da Al Zawahiri, leader di Al Qaeda, di compiere attentati all’estero. Tuttavia, l’attentato di Parigi è il primo a essere riuscito. Nel 2009 un giovane nigeriano addestrato in Yemen aveva tentato di farsi esplodere su un aereo Amsterdam-Detroit con a bordo 300 passeggeri, solo un malfunzionamento del dispositivo di detonazione impedì una strage. Nel 2010 le forze di sicurezza di Gran Bretagna e Emirati Arabi hanno intercettato dei pacchetti-bomba spediti dall’Aqap all’indirizzo di alcuni luoghi di culto ebraico negli Usa.
Said Kouchi, il più grande dei fratelli che hanno attaccato la sede di Charlie Hebdo, secondo la stampa francese dovrebbe essere stato addestrato dal ramo yemenita tra il 2009 e il 2012, lo confermerebbero i numerosi viaggi verso Sana’a. Lo Yemen è da tempo la meta preferita dei giovani musulmani che vogliono addestrarsi al “combattimento”. La pericolosità dell’Aqap consiste anche nella sua attività di incoraggiamento degli attacchi isolati condotti dai cosiddetti “lupi solitari”.