Memore del pasticcio del 2013, che è costato la testa all’allora segretario del Pd Pierluigi Bersani, Matteo Renzi si sta organizzando per tempo. E sta provando, tra molte difficoltà, a cercare per il Colle un nome che possa quantomeno sedare le tensioni interne ai dem. Nel partito, intanto, pare che le correnti abbiano cominciato le grandi manovre in vista del primo appuntamento utile per l’elezione del nuovo presidente, fissato giovedì 29 gennaio alle ore 15.
Come riporta Repubblica, le varie anime del Pd in questi giorni si stanno dando appuntamento. Le divisioni? Sempre quelle: da una parte gli ex democristiani, dall’altra gli ex comunisti. Nel mezzo, i renziani e i Giovani Turchi. Ma andiamo con ordine. Martedì sera 57 parlamentari Pd di provenienza scudocrociata si sono dati appuntamento in un ristorante romano zona pantheon, con l’obiettivo di pesarsi e di individuare un cattolico da proporre al premier. Il primo indiziato è l’ex giudice costituzionale Sergio Mattarella.
Contestualmente, il braccio destro di Matteo Renzi, Luca Lotti, la sera dopo ha organizzato una ristrettissima cena con il vicesegretario Lorenzo Guerini e con il franceschiniano doc Ettore Rosato. Incontro finalizzato ad annoverare tra i fedelissimi renziani i parlamentari dell’area del ministro dei Beni Culturali. Nel corso dell’incontro Lotti ha tirato fuori la sua lista: si calcolano 50 dem sicuramente pronti ad andare contro il governo e contro il premier, 20 in bilico ma recuperabili.
Ed eccoli, i dissidenti, quasi tutti di area ex Ds e quindi ex Pci. Se però verso Area Riformista Renzi nutre una certa fiducia (i fedelissimi di Bersani, Orlando e Speranza non dovrebbero fare scherzi), a spaventare il premier sono invece i dissidenti alla Civati e Fassina. Cani sciolti, che in qualunque momento potrebbero votare contro il nome scelto solo per far saltare il Patto del Nazareno.
Sullo sfondo, poi, c’è sempre lui. Uno che, in situazioni così, non può che esaltarsi: Massimo D’Alema. Sparito dai radar per molti mesi, il lìder Maximo è ricomparso al momento giusto, pronto per tramare nell’ombra sfruttando la segretezza del voto. Pare che l’ex premier abbia già organizzato una cena con i suoi parlamentari fedelissimi, che sono più di quanto si pensi. Anche qui, l’obiettivo è contarsi e pesarsi, lanciando un messaggio chiaro ai democristiani che stanno rialzando la testa. Come a dire: volete un cattolico al Quirinale? Si può fare, ma solo con il beneplacito di Massimo.