C’è proprio chi non ci sta al decurtamento dello stipendio ovvero della pensione. Ed in queste file c’è anche chi ha avuto una vita privilegiata, come i parlamentari. Mario Capanna, volto storico di Democrazia Proletaria, non è da meno. E per questo spiega le sue posizioni.
Intervistato dal programma radiofonico La Zanzara, su Radio 24, l’ex eurodeputato e parlamentare nostrano difende il diritto acquisito: “prendo un vitalizio di 5mila euro al mese, ma non sono un privilegiato”, sostiene Capanna. “Quei due vitalizi – continua – me li sono meritati e la riduzione del dieci per cento è sbagliata perché non si possono toccare i diritti acquisiti”.
Capanna rimanda al testo costituzionale: “il vitalizio non è un privilegio, ma un diritto costituzionalmente garantito, e io non mi sento assolutamente un privilegiato. Mi batto per gli altri, non per la mia pensione. Mi cambia poco 100 o 200 euro di meno. Prendo una cifra elevata, ma il problema è alzare le pensioni minime non abbassare per invidia quelle alte”, sebbene sia la politica della lotta agli sprechi degli ultimi esecutivi. “I problemi del Paese – parla ancora Capanna – sono altri. La colpa è dei giornalisti che parlano di queste minchiate e ‘pirlate’. Se il Tar non ci desse ragione da quel momento tutti i diritti acquisiti potrebbero essere sforbiciati esattamente come hanno fatto con me. Ma i giornalisti vogliono fare audience, titillano la pancia delle persone”.
Insomma, Capanna parla di una grande opera di delegittimazione nei confronti di coloro che servirono il paese, anni fa, dagli scranni di Montecitorio, di Palazzo Madama oppure di Strasburgo: “che volete fare – concludendo – volete che finisca come un barbone, per fortuna non lo sono. Non sono un privilegiato, ma ho una pensione riconosciuta per un lavoro fatto. I vitalizi sono delle pensioni, un forma di previdenza esattamente come le pensioni”.
Daniele Errera