Quirinale, De Mita: può succedere di tutto
Per il Colle “può succedere di tutto. Non vedo in giro accenni di un ragionamento che porti a una soluzione condivisa. Si andrà alle votazioni ma non mi pare che ci si muova alla ricerca di una figura equidistante il cui nome scaturisca da una convinzione crescente come nel 1985”. A dirlo è l’ex premier Ciriaco de Mita, intervistato dal Mattino.
La possibilità di applicare oggi il metodo De Mita? “Ho sentito che Renzi vorrebbe applicarlo, ma sospetto che abbia una interpretazione molto diversa da quella autentica”. “Il metodo applicato per l’elezione alla presidenza della Repubblica di Francesco Cossiga era figlio di una serie di condizioni che oggi non ci sono. Rappresentava il diretto coinvolgimento di tutte le forze politiche dell’arco costituzionale”.
De Mita sottolinea come nel 1985 “il nome venne dopo, il nome è sempre funzionale al processo, non viceversa”. E al giornalista che gli chiede se oggi non sia così dice: “No”. “E lo ha confermato Renzi proprio quando ha parlato del quarto scrutinio e della volontà dopo di fare da solo. È come se fosse caduta una maschera, come se avesse già delineato una trattativa di scambio e un nome lui l’avesse già in mente”.
L’ex premier riflette poi su Napolitano e pone l’accento sul sacrificio da lui compiuto: “le parole di Arrigo Levi”, che ieri in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che il capo dello Stato nell’aprile 2013 gli aveva confidato di stare male, “hanno rivelato ciò che in tanti avevano, e io stesso, avevo, notato con dolore: il venir meno delle forze fisiche, il corpo che si regge con il bastone e con il senso assoluto del dovere”.