La partita del Quirinale si infiamma sempre di più. Ieri Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha affermato a Radio Padania che il Carroccio non voterà per un candidato uscito fuori dalle segrete del Patto del Nazareno: “Se uscirà un nome che va bene ad uno e all’altro difficilmente sarà un nome che va bene per gli italiani, e quindi la Lega sarà dall’altra parte”.
Beppe Grillo è stato più tranchant: “C’è un ‘cerchietto magico’ per le presidenziali, si chiama Mediolanum. Insieme all’agibilità politica, che gli verrebbe garantita con la grazia attraverso la “manina” di Renzie, è il prezzo per i voti di FI per il Quirinale”.
Intanto però le manovre continuano. Il Fatto Quotidiano rivela che Alfano e Berlusconi starebbero preparando uno “sgambetto” a Renzi, presentando le candidature di Pier Ferdinando Casini e l’anti renziano Franco Marini. Due profili di spessore, di certo ingombranti e che metterebbero i bastoni tra le ruote al premier fiorentino. Angelino Alfano, in un’intervista a Repubblica non conferma le indiscrezioni, ma rilancia “Sul Colle sottoponiamo al premier due considerazioni. La prima: lui sta rappresentando anche grazie a noi e Fi il motore di una trasformazione straordinaria della forma di governo e di quella di Stato. A quest’area di centrodestra è bene che Renzi offra la possibilità di contribuire realmente alla scelta del garante delle istituzioni. La seconda considerazione, continua il ministro, è che quest’area che lo sta sostenendo ha vinto tre delle ultime sei campagne elettorali negli ultimi 20 anni della Seconda Repubblica. Purtroppo quelle tre volte non hanno mai coinciso con l’elezione presidenziale e quell’area moderata non ha mai avuto la possibilità di esprimere la più alta carica dello Stato”. L’idea alla base del ragionamento è semplice: al Colle dovrebbe andare un esponente dell’area moderata. La battaglia, dunque, continua.