Neanche la scienza tratta bene la politica. Secondo uno studio condotto da un team di psicologi delle università australiane di Monash, del Queensland e di Groningen e ripreso dalla rivista Focus, i discorsi degli uomini politici restano per lo più inascoltati. Soprattutto se a pronunciarli sono leader politici di partiti e schieramenti opposti a come la si pensa.
L’esperimento è consistito nel sottoporre a 40 persone, metà di destra e metà di sinistra, frasi attribuite ai leader delle due parti politiche ma, in realtà, preparate a tavolino dagli scienziati stessi. Durante il test i volontari sono stati sottoposti a risonanza magnetica per verificare come ciascuna affermazione venisse elaborata dal cervello e quali fossero le reazioni.
Inoltre le risonanze avrebbero confermato che le affermazioni del proprio politico attivano maggiormente il cervello di chi le legge. Le stesse aree si attiverebbero anche durante la lettura di frasi poco positive attribuite al leader della fazione opposta.
“In 10 anni di studio delle risonanze cerebrali non mi era mai capitato di vedere stimoli uguali scatenare reazioni diverse in diverse persone: in questo caso, a seconda del leader identificato da ciascuno, le stesse frasi portano a risposte diametralmente opposte”.
Quali indicazioni si possono ricavare dal lavoro delle università australiane? Soprattutto la grandissima importanza, per chi fa politica, di riuscire a costruire una proposta politica capace di “bucare” le appartenenze ideologiche.