Il caso Cofferati continua a tenere banco in casa Pd. Dopo le dicerie su una possibile scissione, con conseguente formazione di una nuova forza alla sinistra dei dem, l’abbandono del’ex segretario Cgil si estende alla questione Quirinale. Parola di Stefano Fassina. “Il modo sbrigativo, offensivo per la dignità di Cofferati con cui la sua scelta è stata trattata – puntualizza il deputato dem a Rainews24– peserà notevolmente sul voto per il Quirinale”.
Con “l’aiuto attivo della direzione e dei gruppi parlamentari Pd – continua Fassina – bisogna individuare innanzitutto i criteri della scelta, prima del nome. Noi abbiamo indicato tre criteri: autorevolezza, autonomia dall’esecutivo e capacità di unire”. “Fino alla fine dobbiamo cercare di far convergere tutte le forze politiche e dobbiamo costruire le condizioni per andare oltre il patto del Nazareno, per il massimo coinvolgimento possibile delle forze di opposizione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro dissidente storico, Pippo Civati: “Spero che ci sia un Presidente della Repubblica non votato solo da Berlusconi ma anche dalla sinistra. Deve rappresentare anche una parte che altrimenti si sentirebbe orfana ed esclusa. Una cosa molto grave per me, perchè molti elettori che conosco si trovano in questa situazione”.
Sulla questione dell’elezione del Capo dello Stato è intervenuta anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha invitato le forze politiche alla più ampia condivisione e al coinvolgimento del Parlamento. Il Parlamento, infatti, “non può essere solo un’assemblea di ratifica”. Anche perché due anni fa, con accordi raggiunti “fuori dal Parlamento, abbiamo visto come è andata”, ha puntualizzato la Boldrini.