Purtroppo Tito Vilanova non ce l’ha fatta a vincere la partita più importante e si è spento nel tardo pomeriggio all’età di 45 anni in una clinica di Barcellona, dopo una lunga e dolorosa malattia che l’aveva colpito nel 2011. Da sempre blaugrana, aveva cominciato la sua carriera da tecnico nelle giovanili, quindi il passaggio alla prima squadra come vice di Pep Guardiola dal 2007. Infine la Liga, vinta nel 2013 dopo che per alcune settimane aveva abbandonato la panchina per curarsi.
“LASCIO IL SOGNO DI OGNI ALLENATORE” – Dietro al Barcellona dei record, che con Guardiola in panchina ha vinto tutto, c’era lui, con la sua eleganza e il suo amore incondizionato verso quei colori. Vilanova, dopo essere diventato celebre per la rissa con Josè Mourinho, allora alla guida del Real Madrid, durante la Supercoppa di Spagna del 2011 ( i due faranno pace qualche anno dopo ) , erediterà la panchina del Barcellona dopo l’addio dell’amico Guardiola.
“Vilanova rappresenti il Barcellona”: così Andoni Zubizarreta, direttore sportivo dei blaugrana, aveva commentato quella sofferta decisione, non proprio ben accolta da gran parte dei tifosi, dopo anni di vittorie. Per Vilanova quel sogno diventato realtà diventa ben presto un incubo: ad inizio 2013 è costretto ad abbandonare momentaneamente l’incarico a causa di quel maledetto tumore alla ghiandola parotide, lo stesso che l’aveva colpito nel 2011.
LA LIGA – Dopo aver affidato la guida della Prima Squadra al suo vice, Jordi Roura, Vilanova si reca negli Stati Uniti, dove comincia la sua lunga battaglia. Dopo nemmeno due mesi, Vilanova torna in Spagna più forte di prima e giusto in tempo per conquistare la Liga. Quando tutto sembrava essersi sistemato, con la conferma del tecnico anche per la stagione seguente, ecco che quel male si ripresenta. Vilanova abbandona, per sempre ma da eroe, il calcio e tutto il popolo blaugrana si stringe attorno a lui e alla sua famiglia, per dargli la forza di vincere ancora. Mès que un club, molto più di un club: il Barça è una grande famiglia che oggi piange un grande allenatore, un grande uomo e un grande combattente.