Convegno sulla famiglia, ancora polemiche per presenza di prete pedofilo
Il convegno sulla famiglia tradizionale a Milano è stato accolto da numerose polemiche e proteste, e anche dopo la fine del convegno, le polemiche non intendono arrestarsi. Oltre al signorile “Culattone” rivolto dall’ex Ministro Ignazio La Russa al giovane omosessuale che aveva interrotto l’incontro, polemiche ha generato la presenza tra il pubblico di Don Inzoli. Don Inzoli, 64 enne parroco nato nella periferia cremonese e che esercita a Milano, è stato un punto di riferimento di Comunione e Libertà, poi espulso da Papa Francesco in seguito a pesanti accuse di pedofilia.
E la presenza del parroco, definita inopportuna sia da Maroni che dal suo predecessore Formigoni, sembra essere diventata un giallo. All’inizio si pensava che il parroco si fosse imbucato, ma l’ipotesi è stata immediatamente smentita visto l’accesso solo ed esclusivamente con accrediti. Il primo indiziato, a questo punto, era Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale, il quale però ha spiegato che gli accrediti sono stati gestiti dalla giunta.
Dopo essere stato fotografato e appena la notizia è diventata di dominio pubblico, la casa del parroco è stata assediata dai giornalisti che hanno ricevuto la memoria difensiva del parroco solo in serata. La sorella, scesa per difendere Don Inzoli, ha spiegato che il parroco aveva saputo del convegno tempo fa e si era ripromesso di andarci, rivendicando la libertà “di andare dove vuole”. Il parroco fa sapere attraverso la sorella che lui si affida “al giudizio divino” e che il resto “passerà”.
Al suo fianco era seduto il professor Zecchi che racconta di come “i posti non erano numerati” e che si è visto arrivare l’uomo che “ha chiesto scusa e si è accomodato. Se n’è stato zitto tutto il tempo. Applaudiva parecchio e con entusiasmo. Terminato il convegno quel prete mi ha parlato di come in Danimarca non ci sono bimbi down perché a suo dire fanno in modo di fermarli prima. Ammetto che mi ha inquietato”.
Un vero giallo quello del rilascio degli accrediti al prete che, come rivela una fonte de il Corriere della Sera, è riuscito a passare grazie ad un lasciapassare concesso dallo staff di Cattaneo, anch’esso esponente di spicco di CL, che però smentisce scaricando la colpa alla giunta. Sulla presenza del prete al convegno si esprime anche La Russa, che definisce “inopportuna” la presenza ma che ritiene “la polemica montata abnorme e strumentale”, ricusando, al contempo, le voci che volevano Don Inzoli come confessore spirituale dell’ex ministro. Non si sa, ora, chi abbia concesso al prete di partecipare al convegno ma, al netto delle rivendicazioni della libertà da parte del parroco, tutti sembrano essere d’accordo dell’inopportunità della sua presenza.