Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha dichiarato, nel corso di un convegno, di essere indagato per omissioni di atti d’ufficio per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto di cancellare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. Già in quella sede il primo cittadino riteneva di non essere preoccupato e che non avrebbe aperto una polemica con il prefetto, poiché “deve essere qualcuno in alto che dà indicazioni”. E infatti il primo cittadino lombardo si è subito rivolto al presidente del Consiglio Matteo Renzi, invitandolo a fare una “tirata d’orecchie ad Angelino Alfano per far ritirare quella circolare blasfema da un punto di vista giuridico” sulla cancellazione delle trascrizioni.
L’atto per cui Pisapia è indagato consiste nella “trascrizione di matrimoni legittimi , considerati legali all’estero e che per il nostro ordinamento devono essere trascritti”, ribadiva lo stesso sindaco. Tutta la questione era iniziata il 9 ottobre scorso, quando era iniziata una polemica tra Giuliano Pisapia e il ministro degli Interni Alfano riguardo le suddette trascrizioni. Il sindaco di Milano ne aveva iniziate a firmare sette, ma il giorno seguente, 10 ottobre, il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, aveva chiesto di conoscere tutti gli atti riguardanti quelle trascrizioni per poi ordinarne la cancellazione il 27 ottobre successivo. Il 4 novembre Tronca firmava un provvedimento di annullamento e ordinava al sindaco di procedere per poi darne l’immediata comunicazione allo stesso prefetto.
L’indagine a carico di Pisapia è stata smentita dal Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati: “non è indagato, al momento il fascicolo è a carico di ignoti”. Bruti Liberati chiarito che la denuncia nei confronti del primo cittadino era stata sporta tempo fa e che sono stati solo acquisiti atti.
Risposta di Pisapia: non indagato ma la sostanza non cambia
“Anche se non sono indagato la sostanza non cambia. Apprendo con piacere di non essere indagato, ma la sostanza non cambia”, ha detto Pisapia dopo le parole di Bruti Liberati.
Il primo cittadino ha poi continuato a rivolgersi a Matteo Renzi in un’intervista rilasciata a La Repubblica: “Non vivo sulla luna, vedo che il Paese ha tante emergenze, ma le questioni che riguardano i diritti civili non costano nulla e sarebbe ora che il Parlamento le affrontasse. Il ritiro di una circolare può avere tempi brevissimi: proprio quelli che piacciono al presidente del Consiglio.” Pisapia ha poi proseguito, ritirando in ballo Alfano: “Credo che la denuncia abbia lo scopo di fare pressioni sui sindaci, ma io ritengo le trascrizioni un atto dovuto per legge. È la circolare Alfano che ritengo errata sia giuridicamente che politicamente, non le richieste del prefetto”.