Per Giorgio Napolitano, dopo le dimissioni da Presidente della Repubblica, è cominciata una nuova avventura politica nelle vesti di senatore a vita. Anzi, ricominciata. Il 25 settembre del 2005 l’investitura arrivò su iniziativa dell’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Napolitano veniva da un incarico di europarlamentare tra le file dei Democratici di Sinistra, ricoperto dal 1999 al 2004. Approdato a Palazzo Madama, “Re Giorgio” si iscrisse al gruppo dei Ds. Scelta che però non si è ripetuta questa volta col Pd, che è pur sempre erede dei Ds e dello storico Pci, di cui Napolitano fu insigne esponente. Al termine del suo secondo mandato presidenziale (unicum nella nostra storia repubblicana), il senatore Napolitano ha infatti deciso di aderire al Gruppo delle Autonomie. Una scelta in controtendenza rispetto a quelle di Pertini e Cossiga (i quali aderirono rispettivamente a Psi e Dc alla fine del settennato) e dettata probabilmente dal desiderio di non interferire col cammino – già di per sé travagliato – del Pd sulla strada delle riforme e di evitare in questo modo facili strumentalizzazioni da parte delle opposizioni.
Il primo voto al quale Napolitano prenderà parte non sarà sull’Italicum, ma sulla scelta del suo successore. Il primo scrutinio è previsto per il 29 gennaio, giorno in cui il Parlamento di riunirà in seduta comune. Nel gruppo per le Autonomie – PSI – MAIE Napolitano troverà anche i senatori a vita Elena Cattaneo e Carlo Rubbia, nominati proprio dal Presidente emerito due anni fa.
Riccardo Nencini, senatore e segretario del Psi, ha espresso soddisfazione per la scelta di Napolitano: “Siamo orgogliosi che il Presidente Napolitano aderisca al nostro gruppo del Senato. Una scelta che accogliamo con soddisfazione, espressione del percorso europeista e riformista che ha caratterizzato il suo doppio mandato da Presidente della Repubblica, svolto al servizio del Paese, come garante della Costituzione e a difesa delle Istituzioni. Benvenuto Presidente” ha concluso Nencini.