I giornali stamattina annunciavano la nascita del “partito del Nazareno”, dopo l’ennesimo incontro, avvenuto ieri, tra Berlusconi e Renzi che di fatto ha rinsaldato l’alleanza tra i due. L’intesa, definita “inaudita” dall’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani, ha poggiato su due punti cardine, uno acclarato porta il nome del nuovo Italicum, l’altro tenuto nascosto porta in dote il nome del prossimo inquilino del Quirinale. Stamattina sono iniziate le votazioni. Respinti entrambi gli emendamenti di Gotor, leader dei ribelli. Approvato invece l’emendamento Esposito con 175 sì e 110 no, il cosiddetto “supercanguro”, preparato dalla maggioranza di governo. L’Italicum dunque avanza.
Dal forum di Davos, il premier esalta la riforma elettorale “Con questa riforma della legge elettorale l’Italia avrà un leader per 5 anni, l’Italicum dà una leadership chiara e stabilità. Dobbiamo creare le condizioni perchè sia chiaro il vincitore”. Ieri però Silvio e Matteo hanno dovuto fronteggiare le rispettive fronde.
Le Fronde
Nel Pd i 29 ribelli guidati dal bersaniano Gotor si sono scagliati contro la legge elettorale preparata dal governo d’intesa col Cavaliere. I capilista bloccati sono un boccone difficile da digerire per la minoranza dem che ha annunciato la non presenza in Aula al momento del voto. Il fronte dei ribelli si è però sfaldato nelle ore successive all’incontro col premier. La Puppato, la Idem e la Albano si sarebbero già sfilate e altri sarebbero pronti a farlo. Tanto che Corradino Mineo vede dietro al dietrofront di alcuni, la mano di Renzi “Il premier ha chiamato personalmente diversi miei colleghi, promettendo ponti d’oro”. Allarme che ha portato i ribelli a riunirsi stasera a Montecitorio per “arginare” il pressing renziano. La minoranza sogna di mettere insieme 150 parlamentari contrari all’Italicum, contando su grillini, fittiani, esponenti di Sel ed ex M5S. Tutti sanno però che la partita alla fine verrà persa e la riforma passerà. Grazie al soccorso azzurro e grazie all’Espositum, l’emendamento definito già “super canguro” che raccoglie tutte le modifiche della maggioranza all’Italicum e di fatto cancella i 40 mila e più emendamenti contrari. Gli analisti politici sono però concordi nell’affermare che dietro alla partita sulla legge elettorale se ne celi una più importante e più attesa: quella sul Quirinale.
Stando a quando riportato dal Corriere della Sera, l’emendamento presentato da Gotor, infatti, “serve a costringere Renzi ad una trattativa con la minoranza del Partito democratico sul nome del prossimo inquilino del Quirinale”. Il premier sa che la sopravvivenza del governo è legata a doppio filo agli esiti del voto quirinalizio. Una débâcle in tal senso, come ha spiegato bene il ministro Alfano, potrebbe mettere fine al suo esecutivo e ai sogni di rinascita di Berlusconi.
Già, Berlusconi. Anche il leader di Forza Italia ieri ha dovuto fronteggiare i ribelli capeggiati da Fitto. L’europarlamentare pugliese ha attaccato duramente l’ex premier “Presidente così stai suicidando Forza Italia. Votare questo Italicum è una resa incondizionata a Renzi, gli stai svendendo il nostro movimento”. E ancora “Ti aggiungo anche che io da Forza Italia non mi muovo, la battaglia la faccio qua dentro. E vedrai cosa combino”. Una minaccia forte dietro la quale si nasconde una paura che giorno dopo giorno si fa sempre più concreta: l’entrata dei berlusconiani in maggioranza con la sinistra Pd fuori. Ma la battaglia non è finita. Perso l’Italicum c’è il Colle. “Se a Renzi e Berlusconi salta quel tassello – è la convinzione di Fitto – salta anche il resto”.