In Serbia inizia la privatizzazione del calcio
Nonostante si dica che l’economia della Serbia sia in ripresa, da quelle parti il calcio sta vivendo una grave crisi. A Belgrado, la capitale della Repubblica un tempo facente parte della potente Jugoslavia, Stella Rossa e Partizan sono pronte ad issare bandiera bianca perché sommerse da milioni di Euro di debiti. Non bastano infatti, i soldi pubblici con i quali il governo finanzia le due squadre più forti e rappresentative dell’area balcanica.
LO STATO CONTROLLA IL CALCIO – Oltre vent’anni sono passati dalla dissoluzione della repubblica jugoslava, eppure nulla è cambiato nella gestione dello sport più amato del Pianeta. In Serbia, nessun privato può investire nei club calcistici poiché è ancora lo Stato a controllarli e a bloccare quindi la crescita dell’intero movimento. Sì perché di soldi ne girano ben pochi, e diviene quindi impossibile investire nei settori giovanili che continuano a sfornare talenti pagati con quattro soldi da tutti i club europei. I giocatori che decidono di rimanere nel campionato serbo sanno che è altissimo il rischio di non ricevere mensilità e di non essere minimamente tutelati. La situazione è divenuta insostenibile anche per i tifosi, e non sono mancate manifestazioni di protesta spesso sfociate in scontri con la polizia.
PRIVATIZZAZIONE – I bilanci di Partizan e Stella Rossa fanno davvero paura: si parla infatti, di circa 30-40 milioni di debiti, tantissimi se si pensa che stiamo pur sempre parlando di realtà pubbliche. Per evitare che i due club spariscano, ecco che il primo ministro serbo, Aleksandar Vučić, ha cominciato a parlare di privatizzazione, parola finora completamente sconosciuta. “Ci sono investitori esteri pronti ad intervenire” ha dichiarato qualche giorno fa ai principali quotidiani serbi, aggiungendo che “la privatizzazione è il modo migliore per venirne fuori”. Tra i possibili interessati alla svendita del calcio serbo, ci sarebbero non soltanto colossi energetici russi, ma anche club tedeschi. Un affare insomma, per chi se lo potrà permettere.