L’ormai quasi certa approvazione dell’Italicum ridisegna il quadro politico nazionale. L’assegnazione del premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione imporrebbe, infatti, che il frammentato centrodestra si unisse in un unico listone. Le reazioni però sono discordanti.
Forza Italia e Ncd dicono sì
L’incontro tra Berlusconi e Alfano “è un momento importante, che potrebbe aprire una fase nuova. È comunque un punto di partenza”. Per tornare a fondersi? “Oggi non vedo elezioni alle porte, per cui non è un tema che affrontiamo subito”, dice la capogruppo Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo, intervistata dal Corriere della Sera. L’ex ministro nota “un’atmosfera quasi familiare. Abbiamo siglato un patto per chiedere a Renzi di tener conto della nostra forza per la scelta del capo dello Stato. L’identikit è quello di un moderato, super partes e senza tessera del Pci. Sia Berlusconi sia Alfano – prosegue – hanno dimostrato di anteporre gli interessi dei cittadini alle incomprensioni. Berlusconi ha dimostrato lucidità e senso delle istituzioni e Alfano che ciò che ci unisce è più di ciò che ci divide. Oggi ci concentriamo sul Colle. Ma – secondo De Girolamo – l’unità dei moderati pesa e peserà sempre di più in questa partita”.
Contrarietà da Lega Nord e Fratelli d’Italia
Dalle parti di Forza Italia e Lega Nord, però, sul fronte dell’unità non arrivano segnali incoraggianti. “Dare il premio di maggioranza alla lista significa per il centrodestra essere candidato a perdere le elezioni: non è ipotizzabile un listone unico di centrodestra, non ci sono le condizioni” ha detto Roberto Maroni interpellato, a margine di un appuntamento in Regione Lombardia, sulla riforma della legge elettorale e sull’asse Renzi-Berlusconi sul tema.
“Penso che l’asse serva a Berlusconi per avere Amato alla presidenza della Repubblica e a Renzi per vincere le prossime elezioni politiche. Berlusconi ha ceduto a Renzi la vittoria elettorale per avere in cambio presidente Repubblica non ostile o addirittura amico”, ha poi ribadito il governatore e “se è così – ha concluso – rende tutto più difficile a meno che non ci siano cose che ancora non conosciamo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Fare una lista unica con chi sostiene Renzi e appoggia le sue ridicole riforme non ci interessa. Per noi di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale – prosegue – non c’è alcuna possibilità di stare in un soggetto politico unico insieme a chi vota e ha votato provvedimenti incompatibili con la sua stessa storia e con quella del centrodestra, promossi dal governo del Partito democratico. La rifondazione del centrodestra deve partire da idee, valori, programmi condivisi e dalla partecipazione degli italiani e non può essere fondata sull’attaccamento alla poltrona, nè imposta dalla legge elettorale. Una legge elettorale che, tra l’altro, impone ancora una volta agli italiani deputati nominati dai partiti e non scelti dai cittadini”.