Il prossimo inquilino del Quirinale? Anna Finocchiaro
La partita che si è giocata intorno all’Italicum ha scompaginato l’intero equilibrio parlamentare. Silvio Berlusconi e la sua Forza Italia hanno soccorso con i propri voti l’alleato del Patto del Nazareno, Matteo Renzi. Che dietro la mossa si celino i prodromi di un’entrata in maggioranza di Cav e soci è ancora presto per dirlo. Se son rose fioriranno con l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Il Colle, appunto. Sono in molti a pensare che dopo la quarta votazione uscirà il nome del vero candidato renziano. E non sarà certo Prodi, né Amato né il buon Martino, indicato ieri da FI e Area Popolare. Ma Anna Finocchiaro, come ha rivelato Repubblica. E non basteranno le intemerate del ribelle azzurro Fitto, che rischia di essere sostituito dall’ex delfino Alfano a fermare il disegno di Matteo e Silvio. E nemmeno quelle della minoranza Pd, divisa in mille pezzi come si è potuto notare nell’assemblea notturna di ieri.
Non ci sarà alcuna riedizione dei 101 perché, come ha detto Fassina, non c’è più Renzi a tirare le fila dalle quinte né ci sarà più la forza persuasiva, ammaccata, di D’Alema. E non ci sarà nemmeno più il fu granitico Movimento 5 Stelle, falcidiato in due anni da espulsioni e abbandoni. I pentastellati non hanno potere contrattuale. E lo hanno capito anche Grillo e Casaleggio. Per questo hanno ripudiato le Quirinarie per un metodo più vetusto come la lista di nomi tra cui scegliere. Roba vintage per chi si professa paladino del web.
Stefano Rodotà, tra i principali candidati del Movimento due anni fa, ha tracciato con sottile intelligenza politica la situazione odierna. “Non so se i 5 stelle siano definitivamente perduti – spiega a Micromega – di certo stanno perdendo molteplici chance. Il movimento ha deluso le aspettative: non ha ampliato spazi di democrazia, non ha inciso in Parlamento e in qualche modo ha accettato le logiche interne. Serpeggia una profonda delusione tra gli stessi elettori grillini”. E la minoranza Pd innamorata di Tsipras? “La sinistra italiana ha alle spalle due fallimenti: la lista Arcobaleno e Rivoluzione Civile di Ingroia. Due esperienze inopportune nate per mettere insieme i cespugli esistenti ed offrire una scialuppa a frammenti e a gruppi perdenti della sinistra. Chi pensa di ricostruire un soggetto di sinistra o socialmente insediato guardando a Sel, Rifondazione, Alba e minoranza Pd sbaglia”. Matteo e Silvio ringraziano.