L’omologo norvegese del movimento anti-Islam tedesco Pegida è un totale insuccesso. È ancora forte, dalle parti di Oslo, il ricordo della strage condotta dall’estremista cristiano Breivik.
Pegida norvegese
Lo scorso lunedì era stata prevista una manifestazione del movimento Pegida a Dresda. La dimostrazione dei “patrioti” all’ultimo minuto è stata bloccata dalla polizia tedesca: un possibile attacco da parte dell’Isis, da “minaccia astratta”, si era trasformato in “minaccia concreta”. Lutz Bachmann, ormai ex leader del movimento, in quell’occasione tuonò: “non ci faremo portare via il nostro diritto di espressione”. Secondo la polizia federale era proprio Bachmann l’obiettivo dei jihadisti.
In solidarietà a Pegida si espresse Max Hermansen, leader dell’omologo movimento norvegese, “la cancellazione della manifestazione riguarda tutti noi” aveva dichiarato convocando una dimostrazione a Oslo, alla quale hanno poi partecipato 190 persone. “Sarò felice quando raggiungeremo i 250 partecipanti, ma spero arriveremo a 400, siamo pronti a scendere in strada ogni lunedì” dichiarò proprio Hermansen, a margine della marcia, aggiungendo che “ci sono persone entusiaste che vogliono fare quello che facciamo noi nelle loro città, ci stiamo organizzando anche a Bergen, Trondheim, Stavanger, Kristiansand, Tønsberg e Lillehammer”.
La reazione dei norvegesi
All’ultima manifestazione di Pegida a Oslo, però, c’erano solo 70 persone. I contro-manifestanti erano, invece, più del doppio. Lo slogan più ricorrente: “nessun supporto a quelli che pregano per Breivik”.
Anders Behring Breivik, terrorista “cristiano” responsabile delle stragi del 22 luglio 2011 (77 vittime), sta scontando 21 anni di reclusione (l’ordinamento norvegese non prevede la pena dell’ergastolo) prorogabili per un numero indefinito di volte di altri 5, qualora ritenuto socialmente pericoloso alla fine della detenzione.
È durata poco la fortuna del movimento di Hermansen. Lo stesso leader, adesso, si trova in una situazione difficile. Il centro di formazione presso il quale lavorava come insegnante lo ha licenziato. “Le posizioni di Hermansen sull’Islam non sono compatibili con i valori del nostro ufficio” hanno dichiarato dal centro. Hermansen si è mostrato sorpreso della decisione ma, allo stesso tempo, ha assicurato che le manifestazioni contro l’islamizzazione dell’Occidente non si fermeranno.