La coerenza paga poco, almeno in politica. Chi ieri accusava un terzo, oggi è il suo migliore alleato. I Responsabili, ad esempio, provenivano dal gruppo di Di Pietro, il più acerrimo nemico di Berlusconi. Poi sono passati con quest’ultimo. Oggi arriva un’altra di quei cambiamenti di rotta destinati a fare storia. E proviene dalle file del Partito Democratico.
Stefano Esposito, senatore Pd, è noto per aver riscritto dal principio la norma della legge elettorale sui capolista. Saranno bloccati, ormai cosa nota. Tuttavia Esposito era famoso per aver presentato uno (ed uno soltanto) disegno di legge in tutta la legislatura (cominciata a marzo 2013, ventidue mesi fa): i collegi uninominali in funzione anti capolista bloccati (solo un mese dopo l’inizio della legislatura). Ecco le sue parole, al tempo: “fuori dal Parlamento i nominati” e “mai più un Parlamento di nominati”, il titolo del capitolo cardine del ddl. Esposito poi aggiungeva: “la scelta più coerente in questa direzione è abrogare l’attuale legge elettorale (legge 21 dicembre 2005, n. 270, che chiameremo per comodità legge Calderoli) e tornare al Mattarellum”. Ritorno ai collegi uninominali, quindi. “Non dovrà mai più accadere – continuava Esposito – di avere un Parlamento di nominati attraverso liste bloccate delle segreterie nazionali dei partiti”. Di fatto “per riavvicinare ogni eletto al suo elettore e ricomporre nell’unitarietà del mandato elettorale la rappresentanza politica, la rappresentanza degli interessi e la rappresentanza territoriale è necessario recuperare i collegi uninominali della precedente legge elettorale maggioritaria, introdotti dal legislatore sulla spinta del movimento referendario”.
Poi l’attacco al Porcellum: l’esperienza negativa maturata con l’applicazione della legge Calderoli, i cui danni in termini di governabilità e di rappresentanza sono noti a tutti ha accresciuto il numero di coloro che sostengono la necessità di una riforma elettorale. In definitiva i giudizi generalmente espressi in senso negativo sulla legge Calderoli portano a considerare di buon senso un ritorno alla disciplina già in vigore dal 1993: i collegi uninominali contro le liste bloccate; la stabilità del maggioritario (con una piccola quota di proporzionale) contro la frammentazione del proporzionale”. Questo disegno di legge presentato nell’aprile del 2013 da Esposito, secondo il primo firmatario “garantisce il bipolarismo negli schieramenti a confronto e, allo stesso tempo, riconsegna all’elettore il potere di scelta del parlamentare del suo collegio, come fu già positivamente sperimentato nelle precedenti elezioni svoltesi secondo la normativa del 1993”.
Daniele Errera