Salerno, De Luca non molla dopo la sospensione: “Sono ‘emerito’, come Ratzinger”
Nonostante la condanna a un anno per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sul termovalorizzatore, e la sospensione dalla carica di Sindaco di Salerno in virtù della legge Severino, Vincenzo De Luca non vuole proprio saperne di mollare. In un’intervista rilasciata a La Stampa, lo “sceriffo” di Salerno ha detto che non si ritirerà dalla corsa per le primarie del Pd in vista delle regionali in Campania (“il Pd decida nel merito”, “le primarie sono irrinunciabili, chiedo una riflessione pubblica e nazionale sul tema”) e che continuerà ad occuparsi dell’amministrazione della sua città (in Italia la “più ricca di opere d’arte contemporanea: da Calatrava a Zaha Hadid”). “È cambiato il mio titolo”, scherza De Luca. “Ora sono cresciuto: parlo da sindaco emerito, come Ratzinger e Napolitano”.
Per De Luca, l’accusa che ha portato alla sua condanna è “cervellotica, sconcertante e vergognosa. L’abuso d’ufficio è il grimaldello per far scivolare questioni amministrative sul piano penale. E poi c’è un problema di uguaglianza del diritto tra i cittadini: non è possibile che la sospensione valga per sindaco e non per ministri o parlamentari”.
Poi la frecciata al Presidente della Regione Campania, il forzista Stefano Caldoro, che negli ultimi giorni ha appoggiato la scelta di De Luca di continuare a concorrere per le primarie (anche perché gli attuali problemi giudiziari finirebbero per indebolire De Luca in vista di una possibile sfida a due col Presidente uscente): “Caldoro sa bene che l’unico con cui perde in Campania è De Luca. Lo invito a risparmiarsi la fatica di intervenire. La nostra regione è ultima nell’uso di fondi europei e occupazione giovanile, mentre è la prima con la Calabria per tasso di emigrazione. Lui continui a fare il turista svedese a Napoli”.