La strage di civili in Ucraina sembra inarrestabile. 30 persone sono morte, all’incirca un centinaio i feriti, a causa di un bombardamento avvenuto sabato a Mariupol.
Kiev accusa i ribelli
Mariupol, nel sud est ucraino, per molto tempo è stata lontana dai combattimenti che si svolgevano, invece, più a nord, nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Nello scorso agosto, però, le milizie separatiste hanno aperto un terzo fronte di combattimento a pochi chilometri dal suo centro abitato. La guerra civile è tornata a sconvolgere la città portuale nella giornata di sabato: un attacco condotto con missili Grad e razzi Uragan ha ucciso 30 civili.
“Comunicazioni radio e conversazioni telefoniche intercettate che sono state prodotte per me dal servizio di sicurezza dimostrano inconfutabilmente che l’attacco è stato fatto dai terroristi supportati dalla Federazione russa” ha detto il Presidente Petro Poroschenko. Anche secondo l’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) il sanguinoso attacco è da attribuire alle milizie separatiste.
“Gli impatti sono stati causati da razzi Grad e Uragan: i razzi Grad sono partiti da nord-est, dalla zona di Zhovtneve, i razzi Uragan, invece, da est, dalla zona di Zaichenko, entrambe sono controllate dalla Repubblica Popolare di Donetsk (DPR)” si può leggere nella nota diramata dalla Commissione di Vigilanza Speciale (Smm) dell’OSCE.
I ribelli negano
Nella giornata di sabato Alexander Zacharenko, leader della DPR, ha respinto le accuse di Kiev e dell’OSCE. “Sabato non eravamo in azione dalle parti di Mariupol – ha detto Zacharenko – nessuno ha intenzione di prendere la città”. Le sue dichiarazioni hanno contraddetto quelle di altri capi separatisti che non solo hanno rivendicato l’attacco ma anche annunciato l’inizio di un’operazione di terra volta a conquistare Mariupol.
Inoltre, il leader della Repubblica Popolare di Donetsk non si è limitato a declinare ogni responsabilità. Secondo Zacharenko i razzi che hanno colpito Mariupol sarebbero partiti dal quartiere occidentale di Stary Krim, sono dove acquartierate le brigate dell’esercito ucraino. Dunque, il bombardamento è stato “una provocazione di Kiev”.