Quirinale – Intervista ad Edoardo Patriarca, deputato Pd
Con le dimissioni di Giorgio Napolitano il Parlamento si appresta a eleggerne il successore. Ne parliamo con l’onorevole del Partito Democratico Edoardo Patriarca, carpigiano e noto esponente del Terzo Settore.
Il prossimo presidente, salvo sorprese, sarà anche il primo nato in un’epoca successiva alla generazione che è cresciuta coi valori dell’antifascismo: esiste il rischio che col passare del tempo questi valori, così fondamentali per la storia del paese, possano essere dimenticati dalle giovani generazioni se le istituzioni non li mantengono vivi e saldi nella quotidianità?
La vera sfida che abbiamo davanti a noi è recuperare il senso profondo dell’agire politico, viviamo in un tempo nel quale la politica è vista un problema più che una risorsa per uscire da una crisi ahimè troppo lunga. Troppi sprechi, troppi scandali, troppa corruzione. È questa la vera sfida che attende coloro che hanno scelto di servire il bene comune con la politica: dedizione, servizio, competenza, capacità progettuale. E non da ultimo va difeso il valore delle istituzioni repubblicane, luoghi nei quali si costruisce democrazia e partecipazione. Il dileggio, lo sberleffo, la calunnia non ci aiutano.
Sappiamo che fare nomi è inutile, quindi le chiedo di delineare le caratteristiche di un candidato ideale come 12° Presidente della Repubblica.
Un politico che conosce e ha frequentato le nostre istituzioni, un garante verso tutti, un riformatore, competenze internazionali adeguate.
Uomo o donna: c’è il rischio che, in caso di elezione di un Capo dello Stato donna, questa scelta possa apparire più come strumentale e pubblicitaria piuttosto che fatta secondo principi meritocratici e di capacità personali?
Penso che dopo la debacle delle votazioni fallite che portarono alla rielezione di Napolitano sia ben presente e ricordata tra le forze politiche, quelle più responsabili. Soprattutto dentro il Pd. La scelta andrà su una persona che spero abbia il profilo appena descritto. Se sarà poi una donna, è indubbio che introduce un valore aggiunto.
In passato si è parlato di modificare l’elezione del presidente della repubblica in senso diretto, quindi col voto dei cittadini. Lei come si pone a riguardo? è davvero un segno di “deficit democratico”?
La nostra è ancora una Repubblica parlamentare, la riforma costituzionale che prevede un senato delle autonomie e una democrazia più decidente, non introduce cambiamenti sulla figura del presidente. Se giungiamo alla conclusione di questo progetto, ritengo che avremo già fatto grossi passi in avanti.
In chiusura. in un periodo di crisi e grande travaglio per l’Italia e per l’Europa, quali saranno, secondo lei, le sfide immediate per il nuovo Capo dello Stato o su quali farebbe bene a porre attenzione?
Sostenere il processo riformatore in atto, garantire una presenza autorevole in Europa, difendere l’unità e la coesione sociale del paese in questa lunga crisi, sociale ed economica.