Quirinale, Dario Fo: “Renzi e Berlusconi prendono in giro gli italiani”
Ogni volta che riprende la corsa verso il Quirinale, il suo nome inizia a circolare. Ma lui assicura: “Ma no, non esiste. Io non lo avrei mai fatto. È una boutade. Ti fanno fuori in dieci giorni”. Ma si sa, come diceva qualche mese fa Sabino Cassese riprendendo un motto francese, “le cariche pubbliche non si sollecitano né si rifiutano”. Perciò Dario Fo rimane nella lista dei romantici da Bar Sport che vorrebbero vedere al Quirinale un intellettuale più che un politico di professione. E, se non fosse che il Nobel per la letteratura è considerato un filo-grillino, probabilmente la “renzata” per il Colle avrebbe avuto proprio i connotati del drammaturgo varesotto. Sentito dall’Ansa, comunque, Dario Fo sostiene che “in questo momento quello che è ovvio è che non sanno neppure loro dove andare. Stanno giocando a carte coperte”. Naturalmente si riferisce alla partita per l’elezione del Presidente della Repubblica (prima votazione, domani ore 15) e “loro” potrebbero essere i grandi elettori chiamati alle urne oppure i due protagonisti dell’attuale legislatura: Renzi e Berlusconi. Non entrambe le cose, perché né il premier né l’ex Cavaliere possono votare.
Sabato sera era alla “notte dell’onestà”, Dario Fo. Da sempre vicino a Beppe Grillo e ai suoi adepti, non è la prima volta che scende in piazza con il Movimento 5 Stelle. Lo fece anche prima delle Europee del 25 maggio in una Piazza del Duomo stracolma. Sabato è tornato in Piazza del Popolo a Roma, ma solo con un videomessaggio in cui, con la sua brillante e pungente ironia, si prendeva gioco di tutti i politicanti nostrani. “Berlusconi è più forte oggi che quando è andato al potere con le elezioni. È stato salvato ed ha in mano più potere perchè è determinante” dichiara all’agenzia di stampa, con un riferimento nemmeno troppo velato anche al premier Matteo Renzi reo di aver “salvato” l’ex Cavaliere.
Poi, il Quirinale. Naturalmente respinge una propria candidatura, anche se qualcuno, ci scommettiamo, la prenderà sul serio nel segreto del catafalco. Soprattutto nelle prime votazioni. Sui contraenti del Nazareno attacca: “hanno in mano le carte del gioco e si permettono di sfottere e prendere in giro non solo il Movimento 5 stelle ma tutta la popolazione”. Ma sul nome glissa: “Io non posso dire chi mi piacerebbe diventasse presidente” perché “il gioco è in mano loro” ma comunque “i miei sogni non hanno alcuna possibilità di essere realizzati”. Un’identikit? “Uomini semplici, gente pulita che non ha truffato, che non ha governato per anni e anni rubando”. Anche se questa non sembra essere la strada intrapresa, magari cercando un po’, Dario Fo potrebbe essere accontentato.
Giacomo Salvini