Est Ucraina fuori controllo: rapiti osservatori OSCE: “sono spie di Kiev e della Nato”
In Ucraina la situazione è ormai fuori controllo: ieri una delegazione composta da 13 osservatori OSCE sia civili che militari – 4 tedeschi, 5 ucraini, un ceco, uno svedese, un danese e un polacco – è stata sequestrata dai miliziani filo-russi nei pressi di Slovyansk; inizialmente l’organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione non aveva confermato la notizia al contrario di Kiev e di Berlino.
Vyacheslav Ponomaryov, capo dei ribelli della città vicino Donetsk, ha accusato i delegati di essere spie al servizio di Kiev e della Nato mandate ad Est per sabotare la resistenza filorussa. I miliziani si sono comunque dichiarati disponibili al rilascio degli ispettori internazionali a patto che vengano rilasciati anche dei separatisti arrestati: Mosca ha dato piena disponibilità per condurre la mediazione, da Berlino fanno sapere che in questo momento un’altra delegazione Osce si sta recando in Ucraina per intavolare le trattative.
Il Premier Yatseniuk, in visita a Roma dove ha incassato l’appoggio di Matteo Renzi, è tornato in anticipo in Ucraina per monitorare da vicino la situazione: ieri il Pentagono ha rilevato che jet russi per 7 volte in 24 ore hanno violato il confine dello spazio aereo ucraino, “Putin vuole ricreare l’URSS” ha commentato il capo del governo di Kiev.
Anche il G7 ha confermato il proprio sostegno alle autorità ucraine e, dopo la teleconferenza di ieri tra i leader mondiali e Obama, ha agitato ancora una volta lo spettro di nuove più pesanti sanzioni contro la Russia che, dopo il declassamento da parte di S&P’s, ha dovuto alzare i tassi del rublo, ormai in caduta libera (sceso del 10% rispetto al dollaro dall’inizio dell’anno).
Tuttavia, secondo quanto scrive oggi Il New York Times, sta diventando sempre più difficile per i leader europei autorizzare pacchetti di sanzioni più severi verso la Russia a causa della forte azione di contrasto di alcune lobby economiche europee: gli scambi commerciali delle aziende europee con la Russia, riferisce sempre il Nyt, ammontano a 370 miliardi di dollari, gli scambi delle aziende americane solo a 26 miliardi, per questo in Europa molti tentano di sbarrare la strada o almeno diluire l’azione sanzionatoria volta a dissuadere la Mosca dal sempre più possibile intervento in Ucraina.
Guglielmo Sano