Domenica sera, la centralissima piazza Klafthmonos di Atene parlava (e cantava) italiano. In centinaia, infatti, sono partiti dall’Italia nei giorni immediatamente precedenti al voto, per partecipare attivamente alla campagna elettorale ma anche allo scopo di conoscere più a fondo la realtà di Syriza, ormai impostasi come modello ispiratore di (quasi) tutta la sinistra radicale europea.
L’idea della “spedizione” – come racconta Raffaella Bolini, dell’Arci – era nata con l’intento di raggruppare una trentina di persone al fine di mostrare ai compagni greci tutta la vicinanza dei comitati italiani dell’Altra Europa con Tsipras. Di lì a poco, anche grazie al passaparola via web, il gruppo – che ha assunto il nome di “Brigata Kalimera” – si è esteso ogni giorno di più, arrivando a toccare quota trecento unità. La Brigata Kalimera è così diventata subito oggetto di interesse da parte di televisioni e giornali, non solo italiani, rendendosi anche protagonista di un simpatico siparietto durante il comizio di chiusura della campagna elettorale, quando Alexis Tsipras – al termine del suo discorso, di fronte alle telecamere di mezzo mondo – si è ritrovato fra le mani una bandiera, lanciata da sotto il palco, dell’Altra Europa con Tsipras, la lista che ha unito Prc, Sel e altre forze della sinistra nelle ultime elezioni europee, riuscendo a superare la soglia di sbarramento del 4% e ad eleggere tre eurodeputati.
“Quella di Tsipras è una sinistra orgogliosamente radicale”
Nessuno si sarebbe aspettato un’adesione così massiccia, anche se, come ci dice Roberto Morea – uno degli organizzatori di questo viaggio in terra ellenica – “noi avevamo capito da tempo il valore del progetto di Tsipras. Siamo stati primi a renderci conto che non si tratta di una vicenda greca, ma di una questione che investe tutte le sinistre europee”. Ma quali sono i confini che delimitano il confine del concetto di sinistra? “La sinistra di Tsipras – prosegue Morea – è una sinistra orgogliosamente radicale, perché radicale è anche la realtà che vive. Intorno a questa radicalità si può costruire maggioranza, e Tsipras ce lo ha dimostrato. Il messaggio che ci viene da qua è forte e chiaro: anche in Italia dobbiamo fare la stessa cosa”. L’intento è condiviso anche dai molti dirigenti di partito e politici di lungo corso aggregatisi alla Brigata Kalimera nei giorni scorsi. Tra questi, ad Atene c’è anche Roberto Musacchio, ex parlamentare europeo, che ci tiene a sottolineare il grande clima di cambiamento avvertito ad Atene nei giorni immediatamente precedenti al voto, un cambiamento “che Syriza ha saputo adeguatamente interpretare, ma che deve estendersi in tutta Europa: ecco perché noi italiani siamo arrivati qui. La lista L’Altra Europa con Tsipras nacque lo scorso anno proprio in una dimensione europea. I risultati di stasera ci dicono che avevamo ragione, al punto che adesso nessuno più osa ironizzare con lo ‘Tsipras chi?’ che continuavano a ripeterci. Ora che tutti sanno chi è Tsipras, è nostro compito rimanere all’altezza di quanto siamo riusciti a costruire”.
Nel comitato elettorale risuonano le note di Bella ciao
Nel comitato elettorale, da dove risuonano le note di Bella ciao cantate a squarciagola, incontriamo poi Salvatore Bonadonna, una vita nel sindacato e nell’attivismo politico, senatore con Rifondazione Comunista dal 2006 al 2008. Parla di una “offensiva infame da parte della troika, alla quale i greci hanno saputo resistere con coraggio e dignità. Cambia il vento non solo in Grecia ma in tutta Europa, con il concretizzarsi delle possibilità di vittoria per Podemos in Spagna”. Per Bonadonna, ci troviamo di fronte a “un conflitto tra il basso e l’alto, tra l’interesse dei popoli e quello dell’alta finanza. Un conflitto che avvertiamo in Italia, in positivo con la ripresa dei movimenti sociali e con le battaglie della Fiom, ma anche in negativo, attraverso la virulenza settaria con la quale il governo Renzi sta affrontando alcune questioni, tra le quali lo scontro con il sindacato e l’attacco al diritto del lavoro. Per quanto possa prendere le distanze o alzare i toni della propaganda, Renzi si sta dimostrando organico al disegno della troika, un perfetto rappresentante del potere finanziario”. E allora come rispondere a Renzi da sinistra? L’ex senatore è convinto che per la sinistra italiana sia arrivata da Atene una severa lezione: “invece di pensare ad accordi politici ed eccessi di personalismo, è necessario ricostruire il tessuto della solidarietà sociale del popolo. Syriza, da questo punto di vista, ha avuto la grande intelligenza di lavorare proprio per la costruzione di una rete di solidarietà, cogliendo questo bisogno e trasformandolo in strategia politica unitaria, non avventurista, ma alternativa alle politiche del neoliberismo”. “Anche in Italia – conclude Bonadonna, citando Gramsci – sta arrivando una guerra di movimento. E quando si è in guerra, bisogna abbandonare le “case matte” per uscire in campo aperto, dove si parla con la gente e non con gli apparati”.
Stando alle testimonianze della sinistra radicale nostrana, a quanto pare l’assenza di uno Tsipras italiano rappresenta, di fatto, un non-problema. Ciò che emerge è invece la necessità di ritrovare l’unità, non solo limitandosi ad una mera aggregazione di sigle partitiche – come ha dichiarato l’europarlamentare Eleonora Forenza nell’intervista rilasciata proprio alla nostra testata – ma puntando ad unire le forze sociali, dalle quali bisogna ripartire. I presupposti sembrano esserci tutti, tanto che molti esponenti della sinistra PD (e non solo) si sono affrettati a dichiarare pubblicamente il proprio apprezzamento per Syriza, riservandosi di tenere aperta la possibilità di intraprendere futuri progetti comuni. Ma si rischia anche di cadere nella trappola della “moda del momento”: è il caso, ad esempio, di Gennaro Migliore, fuoriuscito da Sel anche per non aver condiviso l’intenzione di collocarsi all’interno della famiglia della sinistra europea – la GUE/NGL – di cui Tsipras è vicepresidente (egli sosteneva l’ingresso del partito nel gruppo del PSE), e che subito dopo il voto di domenica ha provveduto a rivolgere sul suo profilo twitter convinti elogi allo stesso Tsipras, suscitando sulla rete l’indignazione degli tsiprasiani della prima ora, che adesso non ci stanno ad assistere alla frenetica corsa per accaparrarsi un posto sul carro del vincitore.
In tutti i casi, è indubbio che la vittoria di Tsipras conferisca oggi una notevole carica tra i promotori dell’Altra Europa italiana, i quali adesso cercheranno di raccogliere i frutti di quanto raccolto in questa esperienza ateniese, pur consci delle difficoltà esistenti nell’esportare in toto un modello politico. Staremo a vedere in quanti, nell’arcipelago delle innumerevoli sinistre radicali italiane, saranno disposti a mettere da parte personalismi e antipatie reciproche per far posto ad un rinnovato soggetto unitario.