Secondo la Confindustria un nuovo segnale di ripresa economica caratterizza l’Italia. Anzi, più di uno: si parla di petrolio e del suo basso costo, del calo dei tassi d’interesse dell’euro, ai minimi da molto tempo, e ad una congiuntura internazionale per la quale il commercio è rifiorito. Il tutto ricade positivamente sui calcoli del Pil
Più “2,1% del Pil quest’anno e di un altro 2,5% il prossimo”. Stime del Centro Studi del Sole 24 Ore. Cifre positive, tenendo presente il recente passato di recessione prima e deflazione poi. “Variazioni positive per Pil e occupazione – scrivono dall’associazione degli industriali – che probabilmente si riveleranno superiori alle previsioni correnti, anche a quelle più recenti”.
Il Prodotto Interno Lordo – secondo Confindustria – in salita, quindi: “questo cruciale passaggio – si legge sullo studio – si deve, in parti molto disuguali, a tre ordini di fattori. Anzitutto, la combinazione molto favorevole di elementi esterni, una vera manna dal cielo: crollo del prezzo del petrolio, svalutazione del cambio dell’euro, accelerazione del commercio mondiale, diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine”. In termini macroeconomici significheranno “una spinta per l’Italia pari al 2,1% del Pil nel 2015 e a un aggiuntivo 2,5% nel 2016”. Un’espansione economica necessaria nel post crisi economica e finanziaria.
Confindustria: “Occupazione ancora in calo”
Ma la voce che soffre maggiormente è sempre l’occupazione, “calata a novembre di 48mila unità che, sommate alle 65mila perse a ottobre, portano la variazione nel bimestre autunnale a -0,2% rispetto al terzo trimestre”. Un calo, dicono da Confindustria, che “potrebbe riflettere il fatto che le imprese abbiano rinviato assunzioni al 2015, in vista dei cambiamenti normativi in atto e dei benefici contributivi appena introdotti”. Se così fosse sarà “prevedibile un’ulteriore flessione a dicembre, seguita da un rimbalzo nei primi mesi del 2015”.
Daniele Errera