Un organismo sovranazionale continentale, l’Unione Africana, che firma un mega accordo con un partner nazionale, la Cina. Non è la prima volta che accade ma l’entità di questo accordo è senza dubbio di dimensioni tali da farlo considerare unico.
Un’accordo unico
Si tratta di una intesa – per la verità ancora un memorandum di intesa – tra l’Unione Africana e la Cina. L’ammontare dell’accordo in termini economici è di circa venti miliardi di dollari coperti in buona parte da un prestito agevolato della Cina di dodici miliardi di dollari che il primo ministro di Pechino Li Kegiang si è impegnato a garantire a tassi convenienti.
L’intesa è stata preparata in un incontro avvenuto ad Addis Abeba nel maggio scorso tra i vertici dell’Unione Africana, capeggiati dalla presidente della commissione Nkosazana Dlamini Zuma, e il primo ministro cinese.
L’obiettivo dell’accordo è quello di dotare il continente di infrastrutture, trasporti e mezzi di comunicazione, cioè autostrade, linee ferroviarie ad alta velocità, reti aeroportuali.
La presidente della Commissione dell’Unione Africana ha definito l’accordo il più importante progetto firmato dall’Unione con un partner nazionale.
Un favore alla Cina?
Fin qui la notizia ufficiale che, sembra, sia perfettamente in linea con gli avvenimenti che vengono continuamente segnalati dall’Africa. Cioè accordi commerciali ed economici con potenze asiatiche emergenti (la Cina in particolare) per la costruzione di infrastrutture come ponti, palazzi istituzionali, centri commerciali, stadi, autostrade.
In casi come questi sarebbe però importante sapere in che linee autostradali che attraversano il continente saranno impegnati quei miliardi. Ci sono diverse opzioni: verranno costruite strade che collegano porti e aeroporti internazionali a siti minerari o agricoli all’interno del continente? Oppure verranno privilegiate strade e autostrade che collegano capitali, luoghi di lavoro simili tra paese e paese? E che infrastrutture saranno? Centri commerciali, stadi, grattacieli? O ospedali, università e scuole con tutto ciò che queste ultime infrastrutture si portano dietro, cioè insegnanti, infermieri e medici preparati e pagati?
Nel primo caso si farà un favore alla Cina che ha bisogno di investire e ottenere risorse. Si tratta di ciò che in Africa nei decenni passati hanno fatto le potenze europee e occidentali e che oggi vorrebbero fare (e fanno), appunto i cinesi.
Nel secondo caso si farà un favore agli africani. E’ ciò che l’Unione Africana avrebbe dovuto fare e che speriamo abbia fatto. Per ora, come detto, si tratta di un memorandum di intesa e i dettagli seguiranno in futuro.