Dopo due anni dalle dimissioni da assessore alla Cultura del comune di Milano, Stefano Boeri torna a parlare di politica. In un’intervista a Repubblica, l’ex competitor di Pisapia alle primarie del centrosinistra del 2011 traccia un bilancio di quanto fatto in questi quattro anni, non rinunciando ad alcune stoccate verso il sindaco arancione.
“Milano molto solidale ma poco creativa”
“L’amministrazione ha migliorato questa città. I ceti medio borghese vivono meglio”, ha affermato Boeri, che ha sottolineato gli sforzi della maggioranza per migliorare il welfare, la mobilità e fermare situazioni di illegalità.
L’architetto, però, ribadisce che se “si è fatto molto sul piano della generosità e della solidarietà”, è mancato, invece, l’impulso “su quello della sperimentazione, della creatività e del coraggio”. “Se i due piani non viaggiano assieme”, ha insistito Boeri, “Milano non decolla”.
“Si sono perse molte occasioni”
L’architetto fa, dunque, fatica a riconoscersi in questa Milano, in cui “si sono perse grandi occasioni”. Prima di tutte, quella della Città metropolitana, un ente che, per Boeri, è visto più come “un fastidio burocratico” che il trampolino di lancio per “una politica nuova di grande respiro sulla casa, sul lavoro, sul territorio”.
Per l’architetto, poi, non si è fatto abbastanza anche nei confronti dei giovani che, insieme ai commercianti, costituiscono “quei pezzi di città che hanno avuto poco spazio”. “Non bastano le startup” ha affermato Boeri, che ha sottolineato come l’amministrazione debba “pensare anche a trattenere i ragazzi che vengono a studiare a Milano e poi vanno via”.
Infine, anche sull’Expo, evento che, secondo Boeri, “sarà un successo”, non mancano i punti critici. Oltre ad “alcune scelte provinciali”, l’ex assessore critica la mancata attenzione per il periodo successivo a questa grande manifestazione. “Nessuno, oggi, tranne il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, si sta occupando del post Expo e mi dispiace vedere abbandonati progetti che coniugavano generosità e creatività” ha affermato l’esponente Pd, che ha ribadito la necessità di lanciare un manifesto per il dopo Expo nella campagna elettorale per le elezioni comunali del 2016.
“Serve un cambio di marcia”
Boeri, quindi, sostiene che sia arrivato il “momento del cambio di marcia”, che deve avvenire “senza tatticismi e incertezze”.
Per l’ex assessore, però, le criticità si legano anche al difficile momento: “Milano è stremata dalla crisi e non vede un futuro chiaro davanti a sé”, ha affermato l’architetto. In più, Boeri ricorda che le aspettative nei confronti del centrosinistra, vincitore della competizione dopo diciotto anni di opposizione, erano alte.
In questo senso, “al netto di eventuali scelte personali che non mi permetto di giudicare”, Boeri precisa che, per lui, l’esperienza iniziata nel 2011 debba continuare perché “un sindaco che vince dopo vent’anni di centrodestra con un carico di aspettative così grande non può andar via dopo cinque anni”. E se il candidato non fosse Pisapia, per Boeri il prossimo aspirante sindaco dovrebbe essere slegato dai partiti. Anche dal Pd targato Renzi, in cui c’è il rischio “di ubriacarsi dei propri risultati, e c’è ancora da lavorare per uscire dal mondo delle correnti”.