La Cosa Rossa è più di un’idea. E’ un progetto. Lo afferma con convinzione, Stefano Rodotà in un’intervista al Messaggero. “Mattarella? Un’ottima scelta. Ma ora, dopo l’elezione del capo dello Stato, diamoci una mossa a sinistra” afferma. Sulla coalizione sociale “ci sto già lavorando con Sel, Fiom, Cgil, don Ciotti di Libera ma per fare lo Tsipras italiano, non ho l’età – spiega – E il modello greco non si basa su un consenso ideologico, ma su un legame solido tra politica e società. Rigenerare la sinistra con un trapianto è molto difficile”. Su quale ruolo avranno i ribelli del Pd, Rodotà osserva: “Non si può ripartire con spezzoni di sinistra perdenti, ma dalla società”. Quanto vale la sua Cosa Rossa? “Intanto la costruiamo. Poi ci contiamo”.
Ma a bocciare la Cosa Rossa, ci pensa l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari: “Ma dove può andare un partito del genere? Non hanno un leader e senza un leader in Italia non si va da nessuna parte. E poi non hanno gioco, giocano di rimbalzo, in contropiede rispetto alla tattica di Renzi. Ma non hanno una propria strategia”. “Il premier greco targato Syriza – aggiunge – non può fare il leader della sinistra italiana. Cantare Bella Ciao non basta, l’unica speranza sarebbe creare una specie di Podemos, il movimento spagnolo che nasce dagli indignados. Ma anche loro hanno una matrice non ideologica, quindi sono più vicini a Renzi”. “A sinistra di Renzi – osserva Cacciari – non c’è nulla. L’unico che può davvero fargli la guerra resta proprio lui, Berlusconi. Ma deve allearsi con la Lega di Matteo Salvini e, indirettamente, con Beppe Grillo”.