Alla vigilia del giuramento di Sergio Mattarella che, domani mattina, diventerà presidente della Repubblica Italiana a tutti gli effetti, c’è grande attesa sul discorso di insediamento che il nuovo Capo dello Stato pronuncerà a Montecitorio alle ore 10, durante la seduta comune dei due rami del Parlamento.
Tutti gli organi di stampa si affrettano a dare delle anticipazioni di quello che potrebbe essere l’intervento che, secondo alcuni collaboratori, sarà breve e “asciutto”. Poche parole che sintetizzeranno “tanta Italia”, in piena continuità con i primi atti simbolici del nuovo Capo dello Stato.
L’Appello all’Unità in Italia e in Europa
A partire dalla visita alle Fosse Ardeatine nel pomeriggio di sabato, che è suonato come un appello all’unità. In Italia, dove Mattarella intende “ricucire i contrasti e gli strappi”, come scrive Umberto Rosso su Repubblica, colmando “lo scollamento fra politica e paese, l’urgenza di tornare ad una politica alta, che si occupi dei problemi veri del nostro paese”. In Europa, di cui Mattarella potrebbe sottolineare “la coerenza internazionale e l’indispensabilità dell’Unione Europea”.
“Speranze e difficoltà degli italiani”
Il Capo dello Stato, poi, si soffermerà anche su altre due parole, che sono state già pronunciate durante la cerimonia di consegna del verbale di proclamazione, al palazzo della Consulta: “speranze e difficoltà dei nostri concittadini”.
Difficoltà che, come scrive Forquet sul Sole 24 Ore, devono essere lette in una “prospettiva di riscatto, di fiducia, in un contesto ancorato ancora all’Europa”. Mattarella, si rifarà, come afferma un articolo del Messaggero, ad una “grande attenzione ai bisogni della gente, agli interventi per agganciare la ripresa”, attraverso anche il percorso di “riforme, che hanno segnato il settennato di Giorgio Napolitano”.
Riforme economiche, a cui mezza Europa guarda con attenzione, e costituzionali che si baseranno sull’idea di modernizzazione secondo quella logica che Marzio Breda, in un articolo del Corriere della Sera, ha definito di “innovare per non tradire la Costituzione”, che Mattarella “ha sempre predicato, da docente universitario e da giudice costituzionale, oltre che da politico”.
Continuità con i suoi predecessori
Un presidente, Mattarella, che, con grande probabilità interpreterà il ruolo di Capo dello Stato sulla scia di quanto già fatto dai suoi ultimi due predecessori. Non a caso, tra i primi atti, Mattarella ha chiamato il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi e domenica pomeriggio ha avuto un colloquio con Napolitano. Come ha ricordato Pierluigi Castagnetti all’Ansa, poi, l’ex vicepresidente del Consiglio del governo D’Alema “è un riformista” che è “sempre stato schierato sul versante progressista” e che “sarà un continuatore di Napolitano”.
Lo stesso Napolitano sembra essere sicuro di tutto ciò: secondo quanto riporta Breda sul Corriere, l’ormai ex inquilino del Quirinale ha affermato che “la centralità di una certa linea, che ho condiviso con il mio predecessore, non sarà abbandonata”.