“Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro”. Lo ha detto il neo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel corso del suo discorso di oggi.
Il “diritto al futuro” come diritto costituzionale. Sono parole che non possono e non devono essere lasciate scivolare addosso come se si trattasse di frasi di circostanza.
In un Paese che, purtroppo, sin qui, ha, spesso, guardato più al passato – o, al limite, al presente prossimo – che al futuro, è un fatto importante, da registrare con straordinaria soddisfazione, che un Presidente della Repubblica, nel primo giorno del suo mandato, si dica intenzionato a fare la sua parte per garantire – specie alle nuove generazioni – il “diritto al futuro”.
Proprio da queste colonne, con Juan Carlos de Martin e Ernesto Belisario, nel giorno della sua elezione, avevamo, tra l’altro, suggerito al Presidente di usare un lessico nuovo nel parlare al Paese e, soprattutto, di scommettere sulle nuove generazioni. Un consiglio del quale, ovviamente, il presidente Mattarella non aveva bisogno ma che, comunque, suona come accolto – e, anzi, superato – nel suo primo discorso alla nazione.
E quello del Presidente è stato un discorso intriso di futuro, digitale e tecnologia come, probabilmente, mai era sin qui accaduto. E’ stato il discorso di un Presidente moderno.
“Penso alla Pubblica Amministrazione che possiede competenze di valore – ha detto il Presidente rivolto al Governo, ai Parlamentari, ai vertici delle Istituzioni ma, soprattutto, ai cittadini – ma che deve declinare i principi costituzionali, adeguandosi alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e alle sensibilità dei cittadini, che chiedono partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni”.
Un’amministrazione più efficiente e trasparente grazie alle nuove tecnologie. Più o meno il sogno – talvolta apparso un’illusione – di chiunque si sia occupato di politica dell’innovazione in Italia negli ultimi quindici anni.
Ma non basta.
Il presidente Mattarella, infatti, è andato oltre, aggiungendo che “garantire la Costituzione”, significa, tra l’altro “promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale”. E’ un’autentica dichiarazione di guerra ai tanti divari digitali che affliggono il Paese e che lo relegano, da anni, in fondo alle classifiche europee ed internazionali relative alla diffusione delle tecnologie.
Ed è proprio “a colpi di tecnologia” che il Presidente Mattarella, dichiara di voler sconfiggere i divari digitali. E, poi, il link, forte ed inscindibile, tra l’eliminazione dei divari digitali e il riconoscimento, a tutti i cittadini, delle garanzie costituzionali. Grazie presidente, un grazie che credo di poter scrivere a nome dei tanti cittadini italiani che da anni, in ambiti e con mezzi diversi, si battono per convincere le nostre Istituzioni repubblicane a lasciarsi contaminare dalle nuove tecnologie e dal considerare la lotta ai divari digitali come una priorità democratica perché, nella società dell’informazione, l’accesso e la disponibilità effettiva di risorse, strumenti e competenze digitali è un presupposto indefettibile per l’esercizio di ogni diritto di cittadinanza.
Grazie davvero Signor Presidente.