“Non siamo la stampella di Renzi”. E’ questo il grido di dolore che il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, uomo forte di Ncd, lancia verso il suo partito. Il rischio è quello di diventare la fotocopia di Renzi, per poi scomparire alle prossime elezioni. E dentro a Nuovo Centrodestra si comincia a discutere sull’alleanza col Pd. L’attuale coordinatore di Ncd Gaetano Quagliariello ha tuonato: “Serve un confronto per capire se ci sono ancora le condizioni per realizzare le riforme. Se si rinnova l’accordo, stare al governo avrebbe un senso. Se, al contrario, il progetto di Renzi fosse un altro, ne prenderemmo atto e il pavimento della nuova Italia il premier lo costruirà con qualcun altro”. “Matteo Renzi è in grado di trovarsi una maggioranza alternativa alla Camera e al Senato. Se li cercasse, i suoi Responsabili li troverebbe. E questo – dice Quagliariello – ci renderebbe incredibilmente più forti, ci libererebbe da un peso: dal senso di responsabilità che è stato alla base della nostra permanenza al governo per evitare la fine anticipata della legislatura e il fallimento delle riforme. Oggi questa esigenza è meno sentita: l’esecutivo e la legislatura possono andare avanti anche senza di noi”
La scelta non è facile, come fu quella di staccarsi da Berlusconi per restare al Governo. Col Partito Democratico, per giunta. Di fatto la parabola di Ncd potrebbe sembrare, agli occhi di chi non segue la politica, quantomeno sui generis: un partito di centro destra, che nasce da una scissione con una grande formazione di quella stessa area. Questo piccolo movimento si allea col maggiore partito di centro sinistra, il Pd, e gli fornisce i voti necessari per formare un Governo, di cui anche Ncd è espressione, seppur minoritaria. Poi col cambio all’interno del Pd – nuovo segretario e conseguentemente premier – una nuova riduzione di poteri nell’esecutivo. Ncd ha sempre più subito le posizioni di Renzi, ma adesso c’è chi all’interno punta i piedi.
Lupi, lo abbiamo detto, non vuole più supportare, senza contraccambi, il Pd. L’agenda politica è imposta al Nazareno, sede nazionale del Pd. Paradossalmente, tuttavia, non d’accordo con gli alleati, bensì con chi si trova all’opposizione, ovvero con quel Berlusconi da cui Ncd si era staccato nella primavera del 2013. Colpa di una leadership poco carismatica? Possibile, ma non certo. Girandola di voci interne: anzitutto quelle che vogliono Lupi nuovo coordinatore, spedendo così Quagliariello alla leadership del partito presso Palazzo Madama (resa vacante da qualche giorno da parte di Maurizio Sacconi).
Ma quel che i membri di Ncd non digeriscono proprio è l’intensità con cui Renzi impone le iniziative governative. Nuovo Centrodestra sembra non aver voce in capitolo. Ecco l’ultimo esempio: “non c’è una scadenza – per la responsabilità civile dei magistrati, dl voluto da Alfano e i suoi – e c’è la riforma costituzionale in sospeso”. A parlare è il Ministro Boschi nella conferenza dei capogruppo, in risposta alla leader Ncd presso Montecitorio, Nunzia De Girolamo. Che non ci sta e lo palesa con un “così non va”. Vogliono imporre anche loro la linea politica, quelli di Ncd. “Se non cambia non la votiamo”, afferma Pippo Pagano sulla legge che trasforma le banche popolari in spa. E se per Carlo Giovanardi le priorità del governo (“legge sulle banche, indottrinamento gender nelle scuole, riforma del lavoro”) sono da combattere, Formigoni chiede una verifica: “Renzi e Alfano annuncino il programma della seconda fase della legislatura. Punto per punto”.
Una situazione difficile, non c’è che dire. Da una parte Renzi che, per dirla come ha fatto Carlo Giovanardi, “Corre, corre, ma ‘ndo corre senza voti”. In Parlamento, intende. Senza Ncd non c’è maggioranza. Dall’altra, tuttavia, c’è un Pd forte e nuovo. Un Partito Democratico che permette ad Alfano e i suoi di stare al Governo in punti chiave (Interno, Sanità, Infrastrutture e Trasporti). Un Pd che se decidesse di andare ad elezioni anticipate metterebbe in crisi Ncd per via di quello sbarramento nella legge elettorale. Uno sbarramento che Ncd non è sicuro di superare. E poi, fra un paio di mesi, ci sono le regionali. Un nuovo comportamento di Nuovo Centrodestra non potrebbe palesarsi se non alla luce del risultato elettorale primaverile.
Daniele Errera