Screzi, litigi, tensioni: e se a breve si tornasse alle elezioni?
L’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella ha dato uno scossone nient’affatto banale al sistema politico. Prima le divisioni nel Nuovo Centrodestra, poi il caos dentro Forza Italia, con l’annuncio della rottura del Patto del Nazareno. Non sarebbe dunque così improbabile un ritorno anticipato alla urne. Almeno a leggere il retroscena di Libero, secondo cui parecchi renziani della prima ora starebbero spingendo in questa direzione. Ovviamente non utilizzando l’inutile (per avere una maggioranza) Consultellum ma il nuovissimo Italicum, già pronto secondo alcuni per le elezioni.
Al voto subito con l’Italicum?
“Possiamo subito utilizzare l’Italicum, che ormai è quasi approvata. Basta inserire quel testo in un decreto legge che estenda il meccanismo maggioritario con ballottaggio anche all’elezione per il Senato” ragionano alcuni uomini vicini al premier. Certo, la soluzione è un po’ estrema (non si è mai vista una legge elettorale inserita in un decreto) ma rende bene l’idea di che area tiri in certi settori del Pd. Ansiosi di regolare i conti con tutti: minoranza interna, alleati riottosi e finte opposizioni.
Tuttavia dagli ambienti ufficiali trapelano messaggi distensivi. “A me sembra che il tema politico di una rottura della maggioranza di governo in questo momento non sia attuale. Anche i malumori passeranno”, sostiene Emanuele Fiano, altro renziano dem che alla Camera ha seguito come relatore i percorsi delle riforme istituzionali. Della stessa opinione è anche la figura più rappresentativa della minoranza, Pierluigi Bersani, che sminuisce i rischi che possano venire da Ncd sulla stabilità di governo: “Sono arrabbiati? Sì, ma alla fine anche la rabbia sbollirà”. Staremo a vedere.
Orizzonte 2018: i nuovi Responsabili?
Intanto, però, pare sia pronto anche un piano B, nel caso in cui gli alfaniani decidessero davvero di sfilarsi. Il Corriere della Sera parla infatti dell’eventualità che in Parlamento si formi un gruppo tutto nuovo, formato da esuli di Ncd ed ex appartenenti del Movimento 5 Stelle. Un accrocchio con poche affinità politiche, che nascerebbe solo per far andare avanti il governo. Emblematico il nome del progetto: “Orizzonte 2018”. Cioè orizzonte scadenza naturale della legislatura. Un po’ accadde durante l’ultimo governo Berlusconi, salvato in extremis dai dipietristi convertiti Razzi e Scilipoti, che poi diedero vita al gruppo dei Responsabili. A volte la storia si ripete.