Ieri abbiamo parlato della delusione dei papabili esclusi dalla corsa al Quirinale. Oggi leggiamo le parole di uno dei protagonisti: Giuliano Amato.
L’esponente socialista è stato per diverse settimane indicato come figura idonea a rappresentare il Patto del Nazareno sul Colle più alto.
A respingere tale tesi è lo stesso Amato. “Non ero il candidato figlio illegittimo del patto del Nazareno. Ero un candidato in cui si riconoscevano parti politiche assai diverse tra loro, il che è un’altra cosa, a cui la Costituzione non è certo ostile, visto che il presidente lo vuole rappresentante dell’unità nazionale. Quindi sono pago così”.
Intervistato dal Corriere Amato sottolinea: “Nella corsa del Quirinale certo che mi interessava il risultato. Ma mi interessava in primo luogo cancellare le brutture ingiuste su di me che tanto avevano danneggiato la mia immagine: il divoratore di pensioni, il cumulatore di incarichi retribuiti, l’uomo nato e cresciuto nel Palazzo, detto da quarantenni che ci stanno da vent’anni, mentre io ci sono entrato quando ne avevo 45 dopo aver fatto tutta la mia carriera universitaria”.
Amato: quando cammino per strada…
“La verità questa volta è venuta fuori. La cancellazione non è stata integrale, ma io ho percepito di aver recuperato me stesso. Forse sono meno popolare di altri; certo non sono impopolare, e me ne accorgo quando cammino per la strada”.
“Renzi ha fatto una scelta che stava nel novero delle scelte che io posso considerare giuste da parte sua”, osserva Amato. “Ha comunque scelto una persona del centrosinistra. Io continuo la mia vita di giudice costituzionale, che mi impedisce giustamente di occuparmi di politica ma non del futuro del mio Paese nè di quello dell’Europa”.