In Forza Italia la baraonda regna sovrana. Non è anarchia, ma quasi. Lo ha ammesso anche Berlusconi martedì alla cerimonia di insediamento del nuovo Capo dello Stato: “Quando il gatto non c’è, i topi ballano”. Le truppe si muovono così. Ieri, come se non bastassero gli screzi continui tra Verdini e il cerchio magico (Rossi-Toti-Romani), Raffaele Fitto ha chiesto, in conferenza stampa, “l’azzeramento di tutte le cariche di partito”. Ha circa 40 parlamentari l’ex democristiano pugliese e, secondo i giornali, altri tre lo seguiranno nella sua battaglia “anti-Nazareno”.
Sul fronte opposto si muove Lui, il padre padrone del Patto del Nazareno, pietra angolare della Terza Repubblica renzian-berlusconiana. Denis Verdini gironzola tra Palazzo Madama e Palazzo Chigi con l’urgenza di chi deve attraversare un guado irto di pericoli. Sono tutti contro di lui. Maria Rosaria Rossi, alias “la badante”, dopo l’avvilente romanzo Quirinale ha chiesto addirittura la sua testa. Ma Lui va avanti, non si dimette perché non è “nel mio dna”. E rilancia. Secondo Dagospia può contare su un drappello di quindici parlamentari che, in caso di rottura definitiva del Patto del Nazareno (ipotetica del terzo tipo), sarebbe pronto a puntellare la maggioranza sulle riforme. Il partito di Verdini. PdV.
La strategia
Dagospia, si sa, è amante dei retroscena. Ma spesso ci azzecca. Secondo D’Agostino e i suoi, pochi giorni prima dell’elezione di Sergio Mattarella al Colle, Renzi aveva confidato a Bersani di volere convergere sul nome dell’ex ministro dc. In questo modo avrebbe accantonato l’ex Cavaliere, raccolto il partito intorno ad una solida bandiera e nel cammino delle riforme avrebbe confidato nelle truppe “infedeli” di Forza Italia (legate a Verdini) e del Nuovo Centro Destra (sempre più vicine alla “palude” centrista di Casini &co.). Vero è che al Senato i numeri sono risicatissimi. La maggioranza balla intorno agli 11 voti e, nonostante tutto, il salvagente di Forza Italia è determinante per proseguire il cammino delle riforme. Ma secondo il pallottoliere, se si contano anche i parlamentari fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle (18 deputati e 16 senatori), Renzi potrebbe raggiungere la quadratura del cerchio.
E i processi?
Tutto si può dire di Renzi, tranne che non abbia lungimiranza politica. Certo, il progetto di una nuova maggioranza sarebbe pure affascinante per l’ex sindaco di Firenze. Ma potrebbe aver fatto i conti senza l’oste. Così, più modestamente, abbiamo deciso di rinfrescargli la memoria. Denis Verdini con la giustizia non ha un bel rapporto. E’ indagato dalla procura di Firenze per concorso in corruzione per alcune irregolarità sugli appalti in occasione del G8 (mai tenuto) alla Maddalena e per bancarotta fraudolenta per il fallimento della Società Toscana Edizioni. Rinviato a giudizio dalla procura di Roma per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla P3 (il processo inizia oggi), per concorso in corruzione per l’appalto della Scuola Marescialli di Firenze e truffa ai danni dello Stato per il caso del Credito cooperativo fiorentino. Insomma, non proprio un impeccabile modello di Padre Costituente.