Che Carlo Giovanardi non fosse un uomo di mezze parole, era noto. Specialmente sugli argomenti a lui più cari: religione, Chiesa, famiglia. Le ultime parole, dirette all’alleato di Governo Matteo Renzi, sono state, tuttavia, estremamente forti.
L’obiettivo di Giovanardi è quello di dare un cambiamento di rotta al proprio partito (Nuovo Centrodestra), attraverso uno shock esterno (in questo caso una dichiarazione pesante verso il segretario Pd): “visto che Renzi ci fa la pipì in testa da due giorni, nel senso che ci offende in tutte le maniere, i nostri Ministri dovrebbero dimettersi e così Renzi non è più il presidente del Consiglio”.
Parole forti quelle di Giovanardi, presso la trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’, su Radio24. Poi minaccia: “si fa la crisi – di Governo – e se si trova un nuovo accordo bene, altrimenti Renzi si cerchi un’altra maggioranza con i grillini e Sel. Auguri”.
L’impressione di Giovanardi e non solo, è che l’iniziativa politica venga subita da Ncd. Non c’è proposizione, perché Renzi è un carro armato irrefrenabile. Perché fino ad oggi è stato il Patto del Nazareno tra Pd e Forza Italia a reggere il cammino delle riforme, marginalizzando Ncd. Perché, forse, Alfano non è un leader così carismatico e non riesce a far sentire il proprio valore di contrattazione. Fatto sta che Ncd si trova in una difficile situazione: ricucire con Renzi (al patto che questi dia più potere ad Alfano e i suoi), oppure ritornare a destra (da FI e, soprattutto, dalla direzione leghista)? Giovanardi non indirizza verso una delle scelte, ma il parla di un rapporto con Renzi estremamente difficoltoso: “io ho altri gusti sessuali e la pipì in testa da Renzi non me la faccio fare. A tirare troppo, la corda si spezza. Non è normale quello che ha fatto Renzi con Alfano. C’era in questo paese uno che correva col petto in fuori e tutti i gregari dietro, Mussolini, e non ha portato fortuna. A noi di Ncd – conclude Giovanardi – i posti di potere, i Ministeri, ci fanno perdere voti. Alfano dovrebbe preoccuparsi soprattutto della salvezza del suo esercito, di avere dietro un partito. Altrimenti fa la fine di Fini”.