Matteo Renzi assolto in appello. “La Corte dei Conti mi aveva condannato a pagare 14mila euro per un atto della Provincia di Firenze. Ho subito attacchi e sceneggiate del M5S in Parlamento, polemiche violente. Oggi una piccola soddisfazione: l’appello ha annullato la condanna e la verità viene finalmente ristabilita” ha scritto il presidente del Consiglio nella sua e-news ai simpatizzanti. Siccome ulteriori dettagli per ora non trapelano, riscostruiamo brevemente la vicenda.
Nel 2011 la condanna
Nel 2011 Renzi viene condannato (50mila euro di multa, di cui 14mila a suo carico) per un danno erariale quantificato dalla Procura contabile in 2 milioni e 155mila euro. I fatti si riferiscono all’epoca in cui, dal 2004 al 2009, l’odierno premier era presidente della Provincia di Firenze. Il capo del governo viene condannato per un’errata contrattualizzazione di personale amministrativo: 4 segretarie che componevano il suo staff, pur non avendo conseguito la laurea, sarebbero state ‘inquadrate’ con un contratto di tipo D, anziché C.
Essendo Renzi all’epoca sconosciuto, della condanna si comincia a parlare un paio di anni dopo, quando il sindaco di Firenze sale agli onori della ribalta nazionale con la prima campagna per le primarie (novembre 2012). Oggi arriva il secondo grado a fare chiarezza e a ritenere non colpevole dell’errato inquadramento il segretario PD.