Lo spettro di Berlusconi tra “sparate”, proverbi e barzellette
Il weekend è per la maggior parte dei comuni mortali sinonimo di relax, di ricerca di tranquillità, magari dopo una settimana di duro lavoro. Ma così non per tutti. Ad esempio chi nel weekend non ha mai la minima idea di come tenersi impegnato è l’on. Berlusconi, che dopo aver fondato un partito dal predellino di un auto una domenica di novembre del 2007 (Il discorso del predellino a piazza San Babila) non l’ha smessa più di rinunciare ai titoli di giornale a lui dedicati nei weekend.
L’ennesima “sparata” è di ieri, ovvero la presunta deriva autoritaria a cui sta starebbe andando incontro il paese dopo la rottura sembra del fatidico patto del Nazareno. “Sparate” perchè, come suggerisce il dizionario, improvvise al pari di un’esplosione, ma anche inutili come l’altro sinonimo, ovvero mitragliata, un pò come quando si sparano centinaia di colpi per abbattere un ramoscello incrinato già dal vento che cadrebbe solo con un soffio Uno spreco insomma, più volgarmente una gradassata, una millanteria detta solo per far colpo.
Questa della svolta autoritaria sembra però esser più un remake politico della favola di Esopo “La volpe e l’uva”, o meglio una nuova materializzazione della morale di suddetta favola, che proverbialmente fa riferimento alla reazione ad una sconfitta sostenendo di non aver mai inseguito la vittoria, o peggio disprezzando il premio che non si è vinto. Parlando di volpi e di proverbi viene in mente però un’altra analogia con un animale protagonista di altre favole moralistiche, ovvero quel lupo che perde il pelo ma non il vizio, paragone ancora più azzeccato visto il capo del nostro onerevole in questione, ma così finiremo con il cadere vittime della sua stessa malattia che lo affligge da sempre, ovvero il “disturbo ossessivo complusivo”, conosciuto anche come fissazione mentale.
Ma come non lo riconoscete?. Vediamo un attimo la definizione medica di questo disturbo: le ossessioni consistono in idee, pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e/o persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del soggetto e che vengono percepiti come intrusivi, fastidiosi e privi di senso. Fastidiosi e privi di senso, non vi ricordano nulla?Ma si sono loro, le barzellette berlusconiane, l’ultima in ordine cronologico alla cerimonia di insediamento del presidente, come non riconoscerle. Così tra barzellette, proverbi e sparate arriviamo al dunque. Ora premessa in teoria l’esistenza di questo accordo privato e sottobanco che è il patto del Nazareno, premesso che i berlusconiani costretti all’aut aut sceglierebbero sempre Mattarella piuttosto che “il mortadella” Prodi, chi ci dice che in realtà l’intervista di ieri rilasciata ieri sera al suo Tg5 sia in realtà l’ennesima sceneggiata finalizzata a distrarre i media, a far credere loro ad una rottura per continuare sottobanco i lavori sulle riforme (in primis il nuovo provvedimento sul falso in bilancio in dirittura di arrivo), e preparare il campo in attesa delle imminenti scadenze elettorali (le prossime amministrative), dove meglio arrivare con qualche distinguo da esporre dialetticamente ai media piuttosto che in condivisione di governo.
D’altronde dopo ore di diretta ipnotica sull’elezione del Presidente della Repubblica, tra strategie, tattiche come fosse una partita a scacchi, e la pretesa di incollare allo schermo milioni di italiani come fosse una finale di una competizione calcistica, ai media distrarre soprattutto in temi di politica riesce bene.
Così dopo averlo dato per finito, aver messo in allarme numerosi giornalisti che a quel punto non avrebbero più avuto nulla da scrivere, averlo dichiarato decaduto e interdetto, oggi più che mai sembra proprio che la politica italiana non riesca a sbarazzarsi dell’on. Berlusconi, non riesca proprio a farne a meno, in chiaro disaccordo con le esigenze del paese reale. E in futuro è già pronto a tornare, e anche se qualcosa dovesse andare storto il suo spettro è pronto ad aleggiare ancora, non solo negli incubi notturni di milioni di italiani, e questa purtroppo non sembra essere una barzelletta.