Si chiude con un chiarimento tra i due interessati il botta e risposta di questo fine settimana tra Pier Carlo Padoan e Yanis Varoufakis. Il ministro dell’Economia italiano, oggi impegnato nei lavori del G7 e del G20 a Istanbul, aveva bollato come “fuori luogo” una dichiarazione del suo omologo greco, che aveva affermato: “Funzionari italiani mi hanno detto che non possono dire la verità. Anche l’Italia è a rischio bancarotta ma teme ritorsioni da parte della Germania”.
Padoan: “Obiettivo è una soluzione condivisa”
“Con il collega Varoufakis ci siamo chiariti, c’è uno scambio di messaggi e l’obiettivo – ha spiegato Padoan ai giornalisti – è trovare una soluzione condivisa per la Grecia a partire dall’Eurogruppo”, che mercoledì si riunirà in via straordinaria a Bruxelles proprio per discutere degli aiuti finanziari ad Atene. “Le istituzioni europee sono molto aperte ad una soluzione nell’interesse di tutti” ha continuato Padoan, sottolineando che il nuovo governo guidato da Alexis Tsipras deve ancora dire come intende muoversi. “Per ora c’è solo un programma che deve essere completato. La Grecia ci deve dire cosa vuole fare del programma in corso” ha, poi, detto il ministro dell’Economia che ha ricordato come “non c’è un piano B” in merito alla permanenza di Atene nell’Euro.
Inoltre, Padoan non ci sta a passare per un fautore della linea di rigore, ribadendo che “l’Italia ha messo in cima all’agenda la crescita, l’occupazione e gli investimenti”, da cui anche la Grecia “non potrà che beneficiarne”.
“Possibili sorprese dal quadro macroeconomico”
Il ministro ha, poi, rassicurato i giornalisti sia su un eventuale rischio di contagio da Atene sia sullo stato del debito italiano: “non è sul tavolo” ha affermato, perché è “grande” ma, comunque, gestibile. Anzi, rilancia: “il quadro macroeconomico potrebbe riservare delle sorprese positive”. Proprio i progressi dell’Italia rilevati tanto dall’Ocse quanto dal Fondo Monetario Internazionale, per Padoan, rappresentano il momento in cui si deve “accelerare con le riforme, perché il miglioramento del quadro economico facilita la loro introduzione e rende più evidente il loro impatto”.
Sud fanalino di coda nonostante la possibile ripresa
Nonostante le prospettive di crescita, però, il nostro Paese è ancora oggi molto frammentato in termini di ricchezza. A confermare ciò, i dati Istat sui conti economici territoriali del periodo 2011-2013, che, ancora una volta, segnalano come il sud sia il fanalino di coda. “Con un livello di Pil pro capite di 17,2 mila euro”, le regioni meridionali presentano “un differenziale negativo molto elevato”, con un livello “inferiore del 45,8% a quello del Centro-Nord”.
È il Nord-ovest ad aggiudicarsi la palma di zona più prospera del Paese, con un Pil pro capite di 33,5 mila euro, seguita dal Nord-est (31,4 mila euro) e dal Centro (29,4 mila euro). Tra le province, bene Milano (46 mila euro), Bolzano (35,8 mila euro) e Bologna (34,4 mila euro), mentre in fondo stanno la Bat, Vibo Valentia (che hanno poco meno di 13 mila euro), Agrigento e il Medio Campidano, che raggiungono a stento i 12 mila euro. In termini occupazionali, poi, positivi solo i dati di Lombardia e Trentino-Alto Adige, mentre in Calabria e in Molise si registrano le maggiori perdite.