Il plauso di Marchionne a Renzi e lo schiaffo all’idea di sinistra
La sinistra in Italia è sempre passata inosservata, e se mai qualcuno l’abbia mai vista in carne ed ossa essa non poteva che avere le sembianze di Berlinguer, allora segretario del PCI. Altri tempi, passato lontano dal quale non è possibile più ipotizzare alcun tipo di personificazione dell’idea di sinistra. Una posizione forse drastica ma efficacemente reale. Delle parole di stima pronunciate ieri da uno dei capitalisti di esportazione italiani per eccellenza , tale Marchionne (fresco di nomina a presidente Ferrari), per un governo (quello di Renzi) a suo dire attivo e concreto come non si vedeva da tempo, possiamo dedurne che si possa davvero dire di tutto di questo governo eccezion fatta definirlo di sinistra, come vorrebbe invece la dietrologia storica che riguarda la nascita del Pd.
Non sto qui a spiegare ciò che risulta evidente dal solo confronto tra l’idea di sinistra e la politica economica adottata da Marchionne appunto. Le lodi infatti si traducono come condivisione di interessi. Queste dichiarazioni rappresentano il tassello finale, il pezzo mancante di quel puzzle che lo stesso Renzi ha messo in atto con l’abolizione dell’articolo 18. Insomma dal PCI passando per i DS prima, e l’Ulivo poi, di sinistra si sono perse ormai le tracce (semmai si fossero realmente viste), ma di fatto il PD più che essere al passo con i tempi (in Grecia è appena salito al governo un governo veramente di sinistra) è al passo con linea politica tracciata nel 1994 dopo tangentopoli. Politica ed economia dei grandi industriali mano nella mano. Ma la domanda più spinosa è cosa pensano i giovani che con entusiasmo vanno ad iscriversi e sfoggiare nei loro portafogli le tessere del PD. Quale politica li spinga ad aderire e addirittura battagliare socialmente contro chi ha qualcosa da ridere contro il loro partito. Cosa c’è dietro questo senso di appartenenza senza l’idea? In attesa di risposte quello che sembra evidente è il senso di carriera, il voler far politica per far parte dei “grandi”, perdendo di vista il senso di servizio per i più deboli, base di un’idea di sinistra. Ma questa forse è solo teoria.